Un punto di non ritorno. Benitez, De Laurentiis

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F.N.C.
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Un punto di non ritorno. Benitez, De Laurentiis

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Nonostante la fiducia, l’organico titolare, l’amore e la passione verso il colori e verso la maglia, i segnali c’erano davvero tutti. C’era un finale di stagione amaro, con una serie di punti regalati a squadre ‘piccole’. C’era un Mondiale da giocare con tanti, troppi calciatori del Napoli impegnati. C’era un preliminare da superare. Nel mentre, tanti piccoli campanelli d’allarme. Una storia d’amore fatta di lunghi corteggiamenti tra Napoli e Mascherano, stroncata sul nascere quando, qualcuno, lo definì un investimento a perdere vista l’età (che alcuni chiamano esperienza), del calciatore. C’era un taccuino in cui Benitez annota una serie di nomi. I primi della lista sono eccellenti. Di prim’ordine: Agger, Skrtel, Kramer, Arbeloa, Reina, Leiva, Janmaat ed altri che non ci è dato conoscere.

Poi c’è una seconda fascia. Dove i nomi sono meno altisonanti, ma molto efficaci e funzionali ad una mancanza, ad un potenziamento. Fino ad una terza. Quella da cui attingere proprio in ultima ipotesi. Il Napoli ha attinto poco, pochissimo e solo dalla terza fascia. Koulibaly e Michu. Il primo probabilmente un buonissimo giocatore, che promette bene, il secondo un’incognita racchiusa tutta nel suo gesto al San Paolo. In quel gol non realizzato, in quel pallone mai calciato. Lo sgomento dei 53000 allo stadio, l’incredulità del resto della gente, tifosa e non.

Increduli lo sono tutti: perchè le parole di Benitez, non quelle dette ma quelle non pronunciate, sono chiare. Chiarissime. Cristalline. La frase – …” l’esclusione dalla Champions non sarebbe una tragedia” – in ambienti più popolari la tradurrebbero con un più schietto mettere le mani avanti. Perchè lui lo sapeva. Rafa era consapevole, inutile girarci intorno. Inutile tentare di ingannarci. Lui lo sapeva bene che in queste condizioni non si sarebbe arrivati da nessuna parte. La forma fisica è precaria. Ok, c’è stato un mondiale di mezzo che ha rotto le scatole a tutti. A maggior ragione il calciomercato del Napoli doveva essere rapido, diretto. Si va dritti all’obiettivo, si mettono i soldi sul tavolo, e si porta via la merce acquistata. Non è così complicato quando si sa ciò che si vuole.

Il problema è che i tifosi la storia (del tutto condivisibile e dignitosa), del fair play finanziario non se la bevono più. Gli anni trascorsi sotto le luci della ribalta sono piaciuti a tutti, ma c’è sempre una prima ballerina, e spesso una seconda ad impallare la scena. Il tifoso vuole vincere e ne ha tutto il diritto.

Ma il tifoso, più che altro, non vuole essere illuso. Pronunciare frasi che contengono le parole “scudetto”, “vincere”, “massimo”, hanno un effetto immediato ma non duraturo. La scadenza a volte è breve, brevissima, l’effetto dura il tempo di prendere tre schiaffi nella cattedrale del San Mamés. Si, sono proprio schiaffi. Sono gol degni di una squadra alle prime armi. Sono gol che si ergono a muro difensivo ma, più che proteggere fanno da ostacolo ad un progetto pensato, presentato e, inutile nasconderlo, non ancora realizzato. Un progetto che non può andare avanti se il Napoli va indietro. Spolverando vecchie glorie passate, mettendo in campo il Gargano di turno, uno di cui la maggior parte non ricordava nemmeno il nome.

E forse Rafa questo lo sa e cerca di dimostrarlo. Lo hai dimostrato ostinandoti a mandare in campo Britos, vero Rafa? Con un Zuniga inspiegabilmente escluso, come se, tra l’infortunio dello scorso anno e l’inizio di questa stagione, non ci fosse stato un mondiale di mezzo. Un mondiale che peraltro Camillo ha giocato in maniera ineccepibile. Altra spiegazione non c’è. Condizione fisica? Bè, anche Mertens e Higuain hanno disputato la Coppa del Mondo. Questione tattica? Parliamoci chiaro, tatticamente è inspiegabile Britos adattato terzino. E allora qual è la verità? Perchè si gioca dietro un’aurea di mistero e quesiti aperti? Non possiamo credere davvero che Benitez, uno della sua esperienza, sia pronto ad addossarsi tutte le colpe: le scelte sbagliate, le decisioni non prese o prese inspiegabilmente.

Perchè in tutto questo caos sfugge uno dei punti chiave di tutta la faccenda. Rafa Benitez il contratto con il Napoli non lo ha ancora rinnovato. Benitez del Napoli, o di De Laurentiis, evidentemente, non si è ancora fidato. Siamo ad un punto di non ritorno. Adesso o si cambia musica, e si mette su un disco rock, oppure questo valzer dei falsi proclami nessuno lo ballerà piu.

by Roberta Savarese napolipuntonews.it
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