OT 30 ANNI DALLA MORTE DEL GRANDE EDUARDO DE FILIPPO

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lestat
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Messaggio da lestat »

Uagliu',umilmente vi suggerisco di abbandonare subito la contrapposizione borghese\popolare che vi porta inutilmente a fare a capate e per ragioni con poco diritto di cittadinanza.
Il teatro di Eduardo e' universale,quindi borghese e popolare comunque.Mollate le etichette,e i paragoni in questi termini.Che poi si va spesso fuori tema.
L’ottimista è un uomo che, senza una lira in tasca, ordina delle ostriche nella speranza di poterle pagare con la perla trovata.
Wu Ming

Messaggio da Wu Ming »

Ragazzi attenzione in tanta banalità ilgatto ha cacciato il pezzo:Annibale Ruccello è tooop.
ilgatto

Messaggio da ilgatto »

lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto: Dici bene,dipende dai gusti.
Ma... :lol:
Se dipende dai gusti, perchè fai l'ironico?
Sui gusti non si ironizza...
Nessuna ironia,se non quella ordinaria sui gusti personali come scudo.In generale.
Eduardo ha fatto cose di un valore superiore alla produzione di Viviani e Ruccello,e lo dico senza volere sminuire il valore di nessuno.
Questa è una tua opinione valida come la mia.
Io ritengo 'I dieci comandamenti' di Viviani l'opera più grande del teatro napoletano del Novecento.
E penso che se Ruccello non fosse morto così giovane sarebbe diventato un monumento del teatro napoletano al pari di Eduardo e Viviani e che, comunque, nei suoi pochi anni di attività abbia prodotto uno dei testi più importanti del teatro novecentesco, Ferdinando'.
Questo non sminuisce minimamente Eduardo, i cui testi migliori sono senz'altro straordinari, ma serve solo a ricordare che nell'Empireo in cui è stato collocato non è da solo...
E, infine, una volta accertata la grandezza oggettiva di Eduardo, dire che si preferisce I Dieci Comandamenti a Filumena Marturano è davvero solo questione di gusti e sensibilità personali. Dando per scontato che si tratta di due capolavori...
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lestat
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Messaggio da lestat »

ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto: Se dipende dai gusti, perchè fai l'ironico?
Sui gusti non si ironizza...
Nessuna ironia,se non quella ordinaria sui gusti personali come scudo.In generale.
Eduardo ha fatto cose di un valore superiore alla produzione di Viviani e Ruccello,e lo dico senza volere sminuire il valore di nessuno.
Questa è una tua opinione valida come la mia.
Io ritengo 'I dieci comandamenti' di Viviani l'opera più grande del teatro napoletano del Novecento.
E penso che se Ruccello non fosse morto così giovane sarebbe diventato un monumento del teatro napoletano al pari di Eduardo e Viviani e che, comunque, nei suoi pochi anni di attività abbia prodotto uno dei testi più importanti del teatro novecentesco, Ferdinando'.
Questo non sminuisce minimamente Eduardo, i cui testi migliori sono senz'altro straordinari, ma serve solo a ricordare che nell'Empireo in cui è stato collocato non è da solo...
E, infine, una volta accertata la grandezza oggettiva di Eduardo, dire che si preferisce I Dieci Comandamenti a Filumena Marturano è davvero solo questione di gusti e sensibilità personali. Dando per scontato che si tratta di due capolavori...
Giusto.Cioe',se si parla di quel livello...allora dove caschi,caschi bene.E ci sta il ragionamento sulla questione di gusti.
Lo accetto meno su altri aspetti,e generalmente lo schifo... :lol:
Ecco,ad esempio...opinioni.Fino a un certo punto.Nel senso,a me fa piacere discutere con te anche se non la pensi come me su questi argomenti(sul calcio liev mano),perche' si vede che parli da appassionato e fai cazzeggio da tastiera fine a se stesso.
Pero',riguardo il discorso delle opinioni...l'opera di Eduardo e' universale,quella degli altri citati no.Eduardo e' piu' attuale,abbraccia piu' tematiche e risulta essere piu' realistico e meno idealista degli altri.E ribadisco che lo dico con tutta l'ammirazione per Viviani e compagnia,ma cito anche Di Maio voglio dire...senza fare il pretenzioso.
L’ottimista è un uomo che, senza una lira in tasca, ordina delle ostriche nella speranza di poterle pagare con la perla trovata.
occafè

Messaggio da occafè »

lestat ha scritto:
occafè ha scritto:La polemica borghese Eduardo/popolare Viviani è veramente originale :lol: :lol:
Ma sbaglio o si era partiti discreti,e mano a mano se' stann scardann 'e ciess?... :lol:
Eravamo partiti bene,mo' stiamo ai paragoni forzati,alle contrapposizioni non so in base a cosa,e alle differenze che Dio sa cosa significano...onestamente,a sto punto parlo con gianninowar di "True detective",almeno sono certo che l'interlocutore non ha pretese... :lol:
:lol: :lol: :lol: :lol:
occafè

Messaggio da occafè »

lestat ha scritto:
occafè ha scritto:La polemica borghese Eduardo/popolare Viviani è veramente originale :lol: :lol:
Ma sbaglio o si era partiti discreti,e mano a mano se' stann scardann 'e ciess?... :lol:
Eravamo partiti bene,mo' stiamo ai paragoni forzati,alle contrapposizioni non so in base a cosa,e alle differenze che Dio sa cosa significano...onestamente,a sto punto parlo con gianninowar di "True detective",almeno sono certo che l'interlocutore non ha pretese... :lol:
Quando prendevo l'autobus per andare a Fisciano c'era un professore, il quale un giorno si mise a discettare su questa fantomatica contrapposizione.. o vulev fa' lassà ngopp alla A30
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lestat
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occafè ha scritto:
lestat ha scritto:
occafè ha scritto:La polemica borghese Eduardo/popolare Viviani è veramente originale :lol: :lol:
Ma sbaglio o si era partiti discreti,e mano a mano se' stann scardann 'e ciess?... :lol:
Eravamo partiti bene,mo' stiamo ai paragoni forzati,alle contrapposizioni non so in base a cosa,e alle differenze che Dio sa cosa significano...onestamente,a sto punto parlo con gianninowar di "True detective",almeno sono certo che l'interlocutore non ha pretese... :lol:
Quando prendevo l'autobus per andare a Fisciano c'era un professore, il quale un giorno si mise a discettare su questa fantomatica contrapposizione.. o vulev fa' lassà ngopp alla A30
Ci voleva il castigamatti...
L’ottimista è un uomo che, senza una lira in tasca, ordina delle ostriche nella speranza di poterle pagare con la perla trovata.
occafè

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lestat ha scritto:
occafè ha scritto:
lestat ha scritto: Ma sbaglio o si era partiti discreti,e mano a mano se' stann scardann 'e ciess?... :lol:
Eravamo partiti bene,mo' stiamo ai paragoni forzati,alle contrapposizioni non so in base a cosa,e alle differenze che Dio sa cosa significano...onestamente,a sto punto parlo con gianninowar di "True detective",almeno sono certo che l'interlocutore non ha pretese... :lol:
Quando prendevo l'autobus per andare a Fisciano c'era un professore, il quale un giorno si mise a discettare su questa fantomatica contrapposizione.. o vulev fa' lassà ngopp alla A30
Ci voleva il castigamatti...
Il caro vecchio castigamatti...
ilgatto

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lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto: Nessuna ironia,se non quella ordinaria sui gusti personali come scudo.In generale.
Eduardo ha fatto cose di un valore superiore alla produzione di Viviani e Ruccello,e lo dico senza volere sminuire il valore di nessuno.
Questa è una tua opinione valida come la mia.
Io ritengo 'I dieci comandamenti' di Viviani l'opera più grande del teatro napoletano del Novecento.
E penso che se Ruccello non fosse morto così giovane sarebbe diventato un monumento del teatro napoletano al pari di Eduardo e Viviani e che, comunque, nei suoi pochi anni di attività abbia prodotto uno dei testi più importanti del teatro novecentesco, Ferdinando'.
Questo non sminuisce minimamente Eduardo, i cui testi migliori sono senz'altro straordinari, ma serve solo a ricordare che nell'Empireo in cui è stato collocato non è da solo...
E, infine, una volta accertata la grandezza oggettiva di Eduardo, dire che si preferisce I Dieci Comandamenti a Filumena Marturano è davvero solo questione di gusti e sensibilità personali. Dando per scontato che si tratta di due capolavori...
Giusto.Cioe',se si parla di quel livello...allora dove caschi,caschi bene.E ci sta il ragionamento sulla questione di gusti.
Lo accetto meno su altri aspetti,e generalmente lo schifo... :lol:
Ecco,ad esempio...opinioni.Fino a un certo punto.Nel senso,a me fa piacere discutere con te anche se non la pensi come me su questi argomenti(sul calcio liev mano),perche' si vede che parli da appassionato e fai cazzeggio da tastiera fine a se stesso.
Pero',riguardo il discorso delle opinioni...l'opera di Eduardo e' universale,quella degli altri citati no.Eduardo e' piu' attuale,abbraccia piu' tematiche e risulta essere piu' realistico e meno idealista degli altri.E ribadisco che lo dico con tutta l'ammirazione per Viviani e compagnia,ma cito anche Di Maio voglio dire...senza fare il pretenzioso.
Stiamo nel campo delle opinioni. E poi cosa si intende per universale? Un messaggio che possa essere universalmente compreso, che possa essere valido in ogni contesto? E se è universale il sentimento materno di Filumena o la disperazione di Pasquale Lojacono, non lo è altrettanto la miseria morale e materiale e l'impossibilità di redenzione messe in scena nei Dieci Comandamenti?
Il grande teatro, come tutta l'arte in genere, è sempre universale, esportabile in ogni epoca e latitudine, fatte salve alcune specificità legate al luogo e al tempo.

Tornando al discorso della beatificazione, come vedi è bastato non criticare ma, semplicemente, mettere in relazione Eduardo con altri autori, per scatenare le reazioni di molti utenti.
Ed è prorpio questo che mi da fastidio. Eduardo, come qualsiasi altra cosa o persona al mondo, è materia che si può discutere e, volendo, criticare. Lo si può relativizzare. Si può decidere che una sua opera ti piace e un'altra no.
Come si fa con qualsiasi autore o artista. E invece pare che per molti napoletani questo non si possa fare. Non lo si può discutere. Non se ne deve parlare se non per elogiarlo. Più che apprezzamento, quella nei confronti di Eduardo (e non solo), è una venerazione. E dato che io non venero nessuno, non riesco ad accodarmi...
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lestat
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ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto: Questa è una tua opinione valida come la mia.
Io ritengo 'I dieci comandamenti' di Viviani l'opera più grande del teatro napoletano del Novecento.
E penso che se Ruccello non fosse morto così giovane sarebbe diventato un monumento del teatro napoletano al pari di Eduardo e Viviani e che, comunque, nei suoi pochi anni di attività abbia prodotto uno dei testi più importanti del teatro novecentesco, Ferdinando'.
Questo non sminuisce minimamente Eduardo, i cui testi migliori sono senz'altro straordinari, ma serve solo a ricordare che nell'Empireo in cui è stato collocato non è da solo...
E, infine, una volta accertata la grandezza oggettiva di Eduardo, dire che si preferisce I Dieci Comandamenti a Filumena Marturano è davvero solo questione di gusti e sensibilità personali. Dando per scontato che si tratta di due capolavori...
Giusto.Cioe',se si parla di quel livello...allora dove caschi,caschi bene.E ci sta il ragionamento sulla questione di gusti.
Lo accetto meno su altri aspetti,e generalmente lo schifo... :lol:
Ecco,ad esempio...opinioni.Fino a un certo punto.Nel senso,a me fa piacere discutere con te anche se non la pensi come me su questi argomenti(sul calcio liev mano),perche' si vede che parli da appassionato e fai cazzeggio da tastiera fine a se stesso.
Pero',riguardo il discorso delle opinioni...l'opera di Eduardo e' universale,quella degli altri citati no.Eduardo e' piu' attuale,abbraccia piu' tematiche e risulta essere piu' realistico e meno idealista degli altri.E ribadisco che lo dico con tutta l'ammirazione per Viviani e compagnia,ma cito anche Di Maio voglio dire...senza fare il pretenzioso.
Stiamo nel campo delle opinioni. E poi cosa si intende per universale? Un messaggio che possa essere universalmente compreso, che possa essere valido in ogni contesto? E se è universale il sentimento materno di Filumena o la disperazione di Pasquale Lojacono, non lo è altrettanto la miseria morale e materiale e l'impossibilità di redenzione messe in scena nei Dieci Comandamenti?
Il grande teatro, come tutta l'arte in genere, è sempre universale, esportabile in ogni epoca e latitudine, fatte salve alcune specificità legate al luogo e al tempo.

Tornando al discorso della beatificazione, come vedi è bastato non criticare ma, semplicemente, mettere in relazione Eduardo con altri autori, per scatenare le reazioni di molti utenti.
Ed è prorpio questo che mi da fastidio. Eduardo, come qualsiasi altra cosa o persona al mondo, è materia che si può discutere e, volendo, criticare. Lo si può relativizzare. Si può decidere che una sua opera ti piace e un'altra no.
Come si fa con qualsiasi autore o artista. E invece pare che per molti napoletani questo non si possa fare. Non lo si può discutere. Non se ne deve parlare se non per elogiarlo. Più che apprezzamento, quella nei confronti di Eduardo (e non solo), è una venerazione. E dato che io non venero nessuno, non riesco ad accodarmi...
E vabbe',questo sara' pure un problema tuo...non vuol dire che sbaglia chi lo venera,pure perche' quello e' Eduardo.Non si sta venerando gennarino parsifal po' po'... :lol:
Guarda,secondo me la reazione nasce dall'aver parlato di 4-5 opere di riferimento,e aver minimizzato le altre.Cioe',almeno per me eh.Io trovo una roba del genere,ok...assurda come concetto,e insignificante come critica.Ma se ne parla tranquillamente.Magari rivedendo il discorso sulla morale fastidiosa,che per quanto ti voglio bene veramente...non esiste nemmeno per scherzo... :wink:

Tornando al discorso di cui sopra,che e' la vera ciccia...la mia risposta e' no.Non e' paragonabile il linguaggio,i temi,le modalita',lo stile narrativo e di rappresentazione.E non lo dico prendendo come esempio la singola commedia.Ma faccio un discorso generale sull'intera opera teatrale,ovviamente con le dovute eccezioni.
Eduardo e' universale,Viviani no.E non entro nel merito del discorso borghesia\popolare,che come ho detto prima non ha senso alcuno.
Eduardo si rivolge a tutti,e' attuale,tocca temi in anticipo rispetto ai suoi tempi,ha una visione della vita che ancora oggi si riflette bene con tutti i cambiamenti,e non sottovalutare l'eredita'.
Oggi ci si approccia con maggiore facilita',nonostante tutto...a Eduardo piuttosto che al Viviani di turno,proprio perche' Eduardo e' piu' accessibile.E non e' un caso.
Lo dico ancora perche' se non si fosse capito,io ritengo Viviani un genio assoluto.
L’ottimista è un uomo che, senza una lira in tasca, ordina delle ostriche nella speranza di poterle pagare con la perla trovata.
ilgatto

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lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto: Giusto.Cioe',se si parla di quel livello...allora dove caschi,caschi bene.E ci sta il ragionamento sulla questione di gusti.
Lo accetto meno su altri aspetti,e generalmente lo schifo... :lol:
Ecco,ad esempio...opinioni.Fino a un certo punto.Nel senso,a me fa piacere discutere con te anche se non la pensi come me su questi argomenti(sul calcio liev mano),perche' si vede che parli da appassionato e fai cazzeggio da tastiera fine a se stesso.
Pero',riguardo il discorso delle opinioni...l'opera di Eduardo e' universale,quella degli altri citati no.Eduardo e' piu' attuale,abbraccia piu' tematiche e risulta essere piu' realistico e meno idealista degli altri.E ribadisco che lo dico con tutta l'ammirazione per Viviani e compagnia,ma cito anche Di Maio voglio dire...senza fare il pretenzioso.
Stiamo nel campo delle opinioni. E poi cosa si intende per universale? Un messaggio che possa essere universalmente compreso, che possa essere valido in ogni contesto? E se è universale il sentimento materno di Filumena o la disperazione di Pasquale Lojacono, non lo è altrettanto la miseria morale e materiale e l'impossibilità di redenzione messe in scena nei Dieci Comandamenti?
Il grande teatro, come tutta l'arte in genere, è sempre universale, esportabile in ogni epoca e latitudine, fatte salve alcune specificità legate al luogo e al tempo.

Tornando al discorso della beatificazione, come vedi è bastato non criticare ma, semplicemente, mettere in relazione Eduardo con altri autori, per scatenare le reazioni di molti utenti.
Ed è prorpio questo che mi da fastidio. Eduardo, come qualsiasi altra cosa o persona al mondo, è materia che si può discutere e, volendo, criticare. Lo si può relativizzare. Si può decidere che una sua opera ti piace e un'altra no.
Come si fa con qualsiasi autore o artista. E invece pare che per molti napoletani questo non si possa fare. Non lo si può discutere. Non se ne deve parlare se non per elogiarlo. Più che apprezzamento, quella nei confronti di Eduardo (e non solo), è una venerazione. E dato che io non venero nessuno, non riesco ad accodarmi...
E vabbe',questo sara' pure un problema tuo...non vuol dire che sbaglia chi lo venera,pure perche' quello e' Eduardo.Non si sta venerando gennarino parsifal po' po'... :lol:
Guarda,secondo me la reazione nasce dall'aver parlato di 4-5 opere di riferimento,e aver minimizzato le altre.Cioe',almeno per me eh.Io trovo una roba del genere,ok...assurda come concetto,e insignificante come critica.Ma se ne parla tranquillamente.Magari rivedendo il discorso sulla morale fastidiosa,che per quanto ti voglio bene veramente...non esiste nemmeno per scherzo... :wink:

Tornando al discorso di cui sopra,che e' la vera ciccia...la mia risposta e' no.Non e' paragonabile il linguaggio,i temi,le modalita',lo stile narrativo e di rappresentazione.E non lo dico prendendo come esempio la singola commedia.Ma faccio un discorso generale sull'intera opera teatrale,ovviamente con le dovute eccezioni.
Eduardo e' universale,Viviani no.E non entro nel merito del discorso borghesia\popolare,che come ho detto prima non ha senso alcuno.
Eduardo si rivolge a tutti,e' attuale,tocca temi in anticipo rispetto ai suoi tempi,ha una visione della vita che ancora oggi si riflette bene con tutti i cambiamenti,e non sottovalutare l'eredita'.

Oggi ci si approccia con maggiore facilita',nonostante tutto...a Eduardo piuttosto che al Viviani di turno,proprio perche' Eduardo e' piu' accessibile.E non e' un caso.
Lo dico ancora perche' se non si fosse capito,io ritengo Viviani un genio assoluto.
Ma anche queste sono opinioni. Per alcuni aspetti, la coralità delle sue opere, la mancanza di un centro narrativo definito (l'assenza di un vero e proprio protagonista), trovo più moderno Viviani che non Eduardo. Il fatto che Eduardo sia più 'facile' o accessibile deriva anche dal fatto che la lingua di Eduardo è più accessibile, è il napoletano classico canonizzato dalle canzoni e dalla poesia tra Ottocento e Novecento, è il dialetto parlato dalla Napoli dei borghesi e dei commercianti; quella di Viviani è una lingua molto più aspra, un dialetto diffuso nei fondaci e nei quartieri bassi, un dialetto andato in buona parte perduto anche come conseguenza dello sventramento della città avvenuto prima con il Risanamento di fine '800 e poi con la speculazione del dopoguerra.

Riguardo al moralismo di Eduardo. Io lo trovo presente, in modo fastidioso, in alcune sue opere, soprattutto quelle più tarde. Un'opera come 'Mia famiglia', per esempio, io la trovo insopportabile. Moralista e omofoba. Ma anche lavori come 'Gli esami non finiscono mai' sono appesantiti da un intento didascalico che alla fine toglie interesse alla vicenda. Così come stucchevole risulta la polemica anti-abortista presente in De Pretore Vincenzo.
Insomma trovo che, in alcuni lavori, prevale in Eduardo la tendenza a far prevalere il messaggio da trasmettere rispetto al mezzo utilizzato per trasmetterlo. E quando si scrivono opere con lo scopo specifico di trasmettere un messaggio, generalmente il valore artistico del lavoro ne risente.
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ilgatto ha scritto:
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ilgatto ha scritto: Stiamo nel campo delle opinioni. E poi cosa si intende per universale? Un messaggio che possa essere universalmente compreso, che possa essere valido in ogni contesto? E se è universale il sentimento materno di Filumena o la disperazione di Pasquale Lojacono, non lo è altrettanto la miseria morale e materiale e l'impossibilità di redenzione messe in scena nei Dieci Comandamenti?
Il grande teatro, come tutta l'arte in genere, è sempre universale, esportabile in ogni epoca e latitudine, fatte salve alcune specificità legate al luogo e al tempo.

Tornando al discorso della beatificazione, come vedi è bastato non criticare ma, semplicemente, mettere in relazione Eduardo con altri autori, per scatenare le reazioni di molti utenti.
Ed è prorpio questo che mi da fastidio. Eduardo, come qualsiasi altra cosa o persona al mondo, è materia che si può discutere e, volendo, criticare. Lo si può relativizzare. Si può decidere che una sua opera ti piace e un'altra no.
Come si fa con qualsiasi autore o artista. E invece pare che per molti napoletani questo non si possa fare. Non lo si può discutere. Non se ne deve parlare se non per elogiarlo. Più che apprezzamento, quella nei confronti di Eduardo (e non solo), è una venerazione. E dato che io non venero nessuno, non riesco ad accodarmi...
E vabbe',questo sara' pure un problema tuo...non vuol dire che sbaglia chi lo venera,pure perche' quello e' Eduardo.Non si sta venerando gennarino parsifal po' po'... :lol:
Guarda,secondo me la reazione nasce dall'aver parlato di 4-5 opere di riferimento,e aver minimizzato le altre.Cioe',almeno per me eh.Io trovo una roba del genere,ok...assurda come concetto,e insignificante come critica.Ma se ne parla tranquillamente.Magari rivedendo il discorso sulla morale fastidiosa,che per quanto ti voglio bene veramente...non esiste nemmeno per scherzo... :wink:

Tornando al discorso di cui sopra,che e' la vera ciccia...la mia risposta e' no.Non e' paragonabile il linguaggio,i temi,le modalita',lo stile narrativo e di rappresentazione.E non lo dico prendendo come esempio la singola commedia.Ma faccio un discorso generale sull'intera opera teatrale,ovviamente con le dovute eccezioni.
Eduardo e' universale,Viviani no.E non entro nel merito del discorso borghesia\popolare,che come ho detto prima non ha senso alcuno.
Eduardo si rivolge a tutti,e' attuale,tocca temi in anticipo rispetto ai suoi tempi,ha una visione della vita che ancora oggi si riflette bene con tutti i cambiamenti,e non sottovalutare l'eredita'.

Oggi ci si approccia con maggiore facilita',nonostante tutto...a Eduardo piuttosto che al Viviani di turno,proprio perche' Eduardo e' piu' accessibile.E non e' un caso.
Lo dico ancora perche' se non si fosse capito,io ritengo Viviani un genio assoluto.

Ma anche queste sono opinioni. Per alcuni aspetti, la coralità delle sue opere, la mancanza di un centro narrativo definito (l'assenza di un vero e proprio protagonista), trovo più moderno Viviani che non Eduardo. Il fatto che Eduardo sia più 'facile' o accessibile deriva anche dal fatto che la lingua di Eduardo è più accessibile, è il napoletano classico canonizzato dalle canzoni e dalla poesia tra Ottocento e Novecento, è il dialetto parlato dalla Napoli dei borghesi e dei commercianti; quella di Viviani è una lingua molto più aspra, un dialetto diffuso nei fondaci e nei quartieri bassi, un dialetto andato in buona parte perduto anche come conseguenza dello sventramento della città avvenuto prima con il Risanamento di fine '800 e poi con la speculazione del dopoguerra.

Riguardo al moralismo di Eduardo. Io lo trovo presente, in modo fastidioso, in alcune sue opere, soprattutto quelle più tarde. Un'opera come 'Mia famiglia', per esempio, io la trovo insopportabile. Moralista e omofoba. Ma anche lavori come 'Gli esami non finiscono mai' sono appesantiti da un intento didascalico che alla fine toglie interesse alla vicenda. Così come stucchevole risulta la polemica anti-abortista presente in De Pretore Vincenzo.
Insomma trovo che, in alcuni lavori, prevale in Eduardo la tendenza a far prevalere il messaggio da trasmettere rispetto al mezzo utilizzato per trasmetterlo. E quando si scrivono opere con lo scopo specifico di trasmettere un messaggio, generalmente il valore artistico del lavoro ne risente.
E vedi che allora gia' il primo concetto fa a capocciate con quello precedente dell'Eduardo borghese?...accessibile,semplice,immediato.Piu' popolare di cosi',non c'e'.
Poi vabbe',per me non e' solo questione di linguaggio.Eduardo come ho detto e' universale,e no...qui non siamo nel campo delle opinioni,ma entriamo in un discorso di esperienza e lettura di sceneggiature,copioni,costruzioni della storia,personaggi,messaggi e rappresentazione.Escludo le opinioni,le lascio a chi ama parlare di gusti come se stessimo parlando dei gelati.
Sul discorso della modernita',mah...non so.Cioe',o meglio...in virtu' di quanto detto prima,in linea generale Eduardo vince il confronto perche' la sua opera ha resistito anche meglio alla sfida del tempo,che poi per tanti aspetti e' l'unico metro di giudizio possibile.
Poi lascia che a te piace piu' Viviani,e figuriamoci se contesto i gusti personali...che sono appunto,personali.

Sulla seconda considerazione,leggo e mi sembra uno scherzo di Halloween...aspetto la fatidica frase del dolcetto... :lol:
L’ottimista è un uomo che, senza una lira in tasca, ordina delle ostriche nella speranza di poterle pagare con la perla trovata.
ilgatto

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lestat ha scritto: E vabbe',questo sara' pure un problema tuo...non vuol dire che sbaglia chi lo venera,pure perche' quello e' Eduardo.Non si sta venerando gennarino parsifal po' po'... :lol:
Guarda,secondo me la reazione nasce dall'aver parlato di 4-5 opere di riferimento,e aver minimizzato le altre.Cioe',almeno per me eh.Io trovo una roba del genere,ok...assurda come concetto,e insignificante come critica.Ma se ne parla tranquillamente.Magari rivedendo il discorso sulla morale fastidiosa,che per quanto ti voglio bene veramente...non esiste nemmeno per scherzo... :wink:

Tornando al discorso di cui sopra,che e' la vera ciccia...la mia risposta e' no.Non e' paragonabile il linguaggio,i temi,le modalita',lo stile narrativo e di rappresentazione.E non lo dico prendendo come esempio la singola commedia.Ma faccio un discorso generale sull'intera opera teatrale,ovviamente con le dovute eccezioni.
Eduardo e' universale,Viviani no.E non entro nel merito del discorso borghesia\popolare,che come ho detto prima non ha senso alcuno.
Eduardo si rivolge a tutti,e' attuale,tocca temi in anticipo rispetto ai suoi tempi,ha una visione della vita che ancora oggi si riflette bene con tutti i cambiamenti,e non sottovalutare l'eredita'.

Oggi ci si approccia con maggiore facilita',nonostante tutto...a Eduardo piuttosto che al Viviani di turno,proprio perche' Eduardo e' piu' accessibile.E non e' un caso.
Lo dico ancora perche' se non si fosse capito,io ritengo Viviani un genio assoluto.

Ma anche queste sono opinioni. Per alcuni aspetti, la coralità delle sue opere, la mancanza di un centro narrativo definito (l'assenza di un vero e proprio protagonista), trovo più moderno Viviani che non Eduardo. Il fatto che Eduardo sia più 'facile' o accessibile deriva anche dal fatto che la lingua di Eduardo è più accessibile, è il napoletano classico canonizzato dalle canzoni e dalla poesia tra Ottocento e Novecento, è il dialetto parlato dalla Napoli dei borghesi e dei commercianti; quella di Viviani è una lingua molto più aspra, un dialetto diffuso nei fondaci e nei quartieri bassi, un dialetto andato in buona parte perduto anche come conseguenza dello sventramento della città avvenuto prima con il Risanamento di fine '800 e poi con la speculazione del dopoguerra.

Riguardo al moralismo di Eduardo. Io lo trovo presente, in modo fastidioso, in alcune sue opere, soprattutto quelle più tarde. Un'opera come 'Mia famiglia', per esempio, io la trovo insopportabile. Moralista e omofoba. Ma anche lavori come 'Gli esami non finiscono mai' sono appesantiti da un intento didascalico che alla fine toglie interesse alla vicenda. Così come stucchevole risulta la polemica anti-abortista presente in De Pretore Vincenzo.
Insomma trovo che, in alcuni lavori, prevale in Eduardo la tendenza a far prevalere il messaggio da trasmettere rispetto al mezzo utilizzato per trasmetterlo. E quando si scrivono opere con lo scopo specifico di trasmettere un messaggio, generalmente il valore artistico del lavoro ne risente.
E vedi che allora gia' il primo concetto fa a capocciate con quello precedente dell'Eduardo borghese?...accessibile,semplice,immediato.Piu' popolare di cosi',non c'e'.
Poi vabbe',per me non e' solo questione di linguaggio.Eduardo come ho detto e' universale,e no...qui non siamo nel campo delle opinioni,ma entriamo in un discorso di esperienza e lettura di sceneggiature,copioni,costruzioni della storia,personaggi,messaggi e rappresentazione.Escludo le opinioni,le lascio a chi ama parlare di gusti come se stessimo parlando dei gelati.
Sul discorso della modernita',mah...non so.Cioe',o meglio...in virtu' di quanto detto prima,in linea generale Eduardo vince il confronto perche' la sua opera ha resistito anche meglio alla sfida del tempo,che poi per tanti aspetti e' l'unico metro di giudizio possibile.
Poi lascia che a te piace piu' Viviani,e figuriamoci se contesto i gusti personali...che sono appunto,personali.

Sulla seconda considerazione,leggo e mi sembra uno scherzo di Halloween...aspetto la fatidica frase del dolcetto... :lol:
No, non è uno scherzo. Non è un peccato dire 'questa commedia di Eduardo non mi piace'. Lo si può dire e io rivendico il diritto di farlo. Non amo l'ultima fase del lavoro di Eduardo e non sono certo l'unico a pensarla così. .
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Messaggio da postino »

ilgatto ha scritto:Il fatto che Eduardo sia più 'facile' o accessibile deriva anche dal fatto che la lingua di Eduardo è più accessibile, è il napoletano classico canonizzato dalle canzoni e dalla poesia tra Ottocento e Novecento, è il dialetto parlato dalla Napoli dei borghesi e dei commercianti; quella di Viviani è una lingua molto più aspra, un dialetto diffuso nei fondaci e nei quartieri bassi,
un po' come true detective e gomorra
M4S movimento for Sarri
.pa faccia toja io mangio bene tutte le sere....chin 'e corn che non sei altro..stasera ho magiato, pa faccia toja, un filetto alla brace 'a uerr,che tu non te lo sogni manco la notte, miortefam..... io isoldi me li guadagno onostamentee alla luce dle sole .tu e qualche altra lutamma di questo forum , dovete leccare il c'*lo al pappone per racimolare quattro pidochhi come voi , che sono talemnte pochi che siete costertti ad arrotondare e pregare il pappone per fare fare film porn sottobanco alle vostre mogli ...siete solo die poveri cocklod sit na vranc 'e scurnacchiat....senza offesa eh..!!
ilgatto

Messaggio da ilgatto »

lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto: E vabbe',questo sara' pure un problema tuo...non vuol dire che sbaglia chi lo venera,pure perche' quello e' Eduardo.Non si sta venerando gennarino parsifal po' po'... :lol:
Guarda,secondo me la reazione nasce dall'aver parlato di 4-5 opere di riferimento,e aver minimizzato le altre.Cioe',almeno per me eh.Io trovo una roba del genere,ok...assurda come concetto,e insignificante come critica.Ma se ne parla tranquillamente.Magari rivedendo il discorso sulla morale fastidiosa,che per quanto ti voglio bene veramente...non esiste nemmeno per scherzo... :wink:

Tornando al discorso di cui sopra,che e' la vera ciccia...la mia risposta e' no.Non e' paragonabile il linguaggio,i temi,le modalita',lo stile narrativo e di rappresentazione.E non lo dico prendendo come esempio la singola commedia.Ma faccio un discorso generale sull'intera opera teatrale,ovviamente con le dovute eccezioni.
Eduardo e' universale,Viviani no.E non entro nel merito del discorso borghesia\popolare,che come ho detto prima non ha senso alcuno.
Eduardo si rivolge a tutti,e' attuale,tocca temi in anticipo rispetto ai suoi tempi,ha una visione della vita che ancora oggi si riflette bene con tutti i cambiamenti,e non sottovalutare l'eredita'.

Oggi ci si approccia con maggiore facilita',nonostante tutto...a Eduardo piuttosto che al Viviani di turno,proprio perche' Eduardo e' piu' accessibile.E non e' un caso.
Lo dico ancora perche' se non si fosse capito,io ritengo Viviani un genio assoluto.

Ma anche queste sono opinioni. Per alcuni aspetti, la coralità delle sue opere, la mancanza di un centro narrativo definito (l'assenza di un vero e proprio protagonista), trovo più moderno Viviani che non Eduardo. Il fatto che Eduardo sia più 'facile' o accessibile deriva anche dal fatto che la lingua di Eduardo è più accessibile, è il napoletano classico canonizzato dalle canzoni e dalla poesia tra Ottocento e Novecento, è il dialetto parlato dalla Napoli dei borghesi e dei commercianti; quella di Viviani è una lingua molto più aspra, un dialetto diffuso nei fondaci e nei quartieri bassi, un dialetto andato in buona parte perduto anche come conseguenza dello sventramento della città avvenuto prima con il Risanamento di fine '800 e poi con la speculazione del dopoguerra.

Riguardo al moralismo di Eduardo. Io lo trovo presente, in modo fastidioso, in alcune sue opere, soprattutto quelle più tarde. Un'opera come 'Mia famiglia', per esempio, io la trovo insopportabile. Moralista e omofoba. Ma anche lavori come 'Gli esami non finiscono mai' sono appesantiti da un intento didascalico che alla fine toglie interesse alla vicenda. Così come stucchevole risulta la polemica anti-abortista presente in De Pretore Vincenzo.
Insomma trovo che, in alcuni lavori, prevale in Eduardo la tendenza a far prevalere il messaggio da trasmettere rispetto al mezzo utilizzato per trasmetterlo. E quando si scrivono opere con lo scopo specifico di trasmettere un messaggio, generalmente il valore artistico del lavoro ne risente.
E vedi che allora gia' il primo concetto fa a capocciate con quello precedente dell'Eduardo borghese?...accessibile,semplice,immediato.Piu' popolare di cosi',non c'e'.
Poi vabbe',per me non e' solo questione di linguaggio.Eduardo come ho detto e' universale,e no...qui non siamo nel campo delle opinioni,ma entriamo in un discorso di esperienza e lettura di sceneggiature,copioni,costruzioni della storia,personaggi,messaggi e rappresentazione.Escludo le opinioni,le lascio a chi ama parlare di gusti come se stessimo parlando dei gelati.
Sul discorso della modernita',mah...non so.Cioe',o meglio...in virtu' di quanto detto prima,in linea generale Eduardo vince il confronto perche' la sua opera ha resistito anche meglio alla sfida del tempo,che poi per tanti aspetti e' l'unico metro di giudizio possibile.
Poi lascia che a te piace piu' Viviani,e figuriamoci se contesto i gusti personali...che sono appunto,personali.

Sulla seconda considerazione,leggo e mi sembra uno scherzo di Halloween...aspetto la fatidica frase del dolcetto... :lol:
E' esattamente il contrario di quello che dici. Essendo la cultura dominante oggi una cultura di origine ed estrazione borghese, le opere che sono espressione di quella cultura risultano molto più accessibili di quelle scritte con un linguaggio diverso...
Le canzoni di Murolo e Nicolardi sono certo più accattivanti e 'facili' delle villanelle e delle tammurriate riportate in vita dalla NCCP negli anni '70. Eppure le prime sono 'borghesi', le seconde 'popolari'... O no?
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