OT 30 ANNI DALLA MORTE DEL GRANDE EDUARDO DE FILIPPO

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ilgatto

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postino ha scritto:
ilgatto ha scritto:Il fatto che Eduardo sia più 'facile' o accessibile deriva anche dal fatto che la lingua di Eduardo è più accessibile, è il napoletano classico canonizzato dalle canzoni e dalla poesia tra Ottocento e Novecento, è il dialetto parlato dalla Napoli dei borghesi e dei commercianti; quella di Viviani è una lingua molto più aspra, un dialetto diffuso nei fondaci e nei quartieri bassi,
un po' come true detective e gomorra
Senza fare paragoni, io trovo che con Gomorra hanno fatto un gran lavoro proprio dal punto di vista linguistico. Hanno scritto dialoghi brutti, banali, spesso anche stupidi. Genny che non sa dire altro che 'Simmo e cchiù forte', 'Nisciuno è meglio 'e nuie' non parla forse come un demente? Eppure i camorristi sono proprio così. Ignoranti, stupidi, ossessivi...
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lestat
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ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto:
Ma anche queste sono opinioni. Per alcuni aspetti, la coralità delle sue opere, la mancanza di un centro narrativo definito (l'assenza di un vero e proprio protagonista), trovo più moderno Viviani che non Eduardo. Il fatto che Eduardo sia più 'facile' o accessibile deriva anche dal fatto che la lingua di Eduardo è più accessibile, è il napoletano classico canonizzato dalle canzoni e dalla poesia tra Ottocento e Novecento, è il dialetto parlato dalla Napoli dei borghesi e dei commercianti; quella di Viviani è una lingua molto più aspra, un dialetto diffuso nei fondaci e nei quartieri bassi, un dialetto andato in buona parte perduto anche come conseguenza dello sventramento della città avvenuto prima con il Risanamento di fine '800 e poi con la speculazione del dopoguerra.

Riguardo al moralismo di Eduardo. Io lo trovo presente, in modo fastidioso, in alcune sue opere, soprattutto quelle più tarde. Un'opera come 'Mia famiglia', per esempio, io la trovo insopportabile. Moralista e omofoba. Ma anche lavori come 'Gli esami non finiscono mai' sono appesantiti da un intento didascalico che alla fine toglie interesse alla vicenda. Così come stucchevole risulta la polemica anti-abortista presente in De Pretore Vincenzo.
Insomma trovo che, in alcuni lavori, prevale in Eduardo la tendenza a far prevalere il messaggio da trasmettere rispetto al mezzo utilizzato per trasmetterlo. E quando si scrivono opere con lo scopo specifico di trasmettere un messaggio, generalmente il valore artistico del lavoro ne risente.
E vedi che allora gia' il primo concetto fa a capocciate con quello precedente dell'Eduardo borghese?...accessibile,semplice,immediato.Piu' popolare di cosi',non c'e'.
Poi vabbe',per me non e' solo questione di linguaggio.Eduardo come ho detto e' universale,e no...qui non siamo nel campo delle opinioni,ma entriamo in un discorso di esperienza e lettura di sceneggiature,copioni,costruzioni della storia,personaggi,messaggi e rappresentazione.Escludo le opinioni,le lascio a chi ama parlare di gusti come se stessimo parlando dei gelati.
Sul discorso della modernita',mah...non so.Cioe',o meglio...in virtu' di quanto detto prima,in linea generale Eduardo vince il confronto perche' la sua opera ha resistito anche meglio alla sfida del tempo,che poi per tanti aspetti e' l'unico metro di giudizio possibile.
Poi lascia che a te piace piu' Viviani,e figuriamoci se contesto i gusti personali...che sono appunto,personali.

Sulla seconda considerazione,leggo e mi sembra uno scherzo di Halloween...aspetto la fatidica frase del dolcetto... :lol:
No, non è uno scherzo. Non è un peccato dire 'questa commedia di Eduardo non mi piace'. Lo si può dire e io rivendico il diritto di farlo. Non amo l'ultima fase del lavoro di Eduardo e non sono certo l'unico a pensarla così. .
.
Non e' un peccato e ci mancherebbe,finche' rimane confinato nel gusto personale che per definizione e' un qualcosa di intimo e basta.Se andiamo a giudicare poi,volendo...da un punto di vista piu' realistico,oggettivo,sicuramente facciamo cosa buona e giusta.
Detto in breve,a te non piace?...ok.Ma non e' che se non piace a te,allora il loro valore si puo' mettere in discussione.E' questo il senso,ed e' per questo che detesto i discorsi che partono con lo scudo del gusto personale.

Non e' uno scherzo,e vabbe' l'avevo capito...ma per curiosita',mi dici quale percorso ti ha portato a parlare di morale facile e fastidiosa?
L’ottimista è un uomo che, senza una lira in tasca, ordina delle ostriche nella speranza di poterle pagare con la perla trovata.
occafè

Messaggio da occafè »

Ma a me non sembra che "l'arte per l'amore dell'arte" dia risultati sempre migliori di quella con intento didascalico. Non mi sembra che si possa dire che oggettivamente l'arte risente sempre in maniera negativa di intenti didascalici. Così come non si può dire che oggettivamente l'arte per l'amore dell'arte sia universalmente bella. A livello personale, per me l'arte con un intento didascalico ha un valore aggiunto rispetto a quella che non ne ha, ma è appunto un pensiero personale.
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lestat
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Ma anche queste sono opinioni. Per alcuni aspetti, la coralità delle sue opere, la mancanza di un centro narrativo definito (l'assenza di un vero e proprio protagonista), trovo più moderno Viviani che non Eduardo. Il fatto che Eduardo sia più 'facile' o accessibile deriva anche dal fatto che la lingua di Eduardo è più accessibile, è il napoletano classico canonizzato dalle canzoni e dalla poesia tra Ottocento e Novecento, è il dialetto parlato dalla Napoli dei borghesi e dei commercianti; quella di Viviani è una lingua molto più aspra, un dialetto diffuso nei fondaci e nei quartieri bassi, un dialetto andato in buona parte perduto anche come conseguenza dello sventramento della città avvenuto prima con il Risanamento di fine '800 e poi con la speculazione del dopoguerra.

Riguardo al moralismo di Eduardo. Io lo trovo presente, in modo fastidioso, in alcune sue opere, soprattutto quelle più tarde. Un'opera come 'Mia famiglia', per esempio, io la trovo insopportabile. Moralista e omofoba. Ma anche lavori come 'Gli esami non finiscono mai' sono appesantiti da un intento didascalico che alla fine toglie interesse alla vicenda. Così come stucchevole risulta la polemica anti-abortista presente in De Pretore Vincenzo.
Insomma trovo che, in alcuni lavori, prevale in Eduardo la tendenza a far prevalere il messaggio da trasmettere rispetto al mezzo utilizzato per trasmetterlo. E quando si scrivono opere con lo scopo specifico di trasmettere un messaggio, generalmente il valore artistico del lavoro ne risente.
E vedi che allora gia' il primo concetto fa a capocciate con quello precedente dell'Eduardo borghese?...accessibile,semplice,immediato.Piu' popolare di cosi',non c'e'.
Poi vabbe',per me non e' solo questione di linguaggio.Eduardo come ho detto e' universale,e no...qui non siamo nel campo delle opinioni,ma entriamo in un discorso di esperienza e lettura di sceneggiature,copioni,costruzioni della storia,personaggi,messaggi e rappresentazione.Escludo le opinioni,le lascio a chi ama parlare di gusti come se stessimo parlando dei gelati.
Sul discorso della modernita',mah...non so.Cioe',o meglio...in virtu' di quanto detto prima,in linea generale Eduardo vince il confronto perche' la sua opera ha resistito anche meglio alla sfida del tempo,che poi per tanti aspetti e' l'unico metro di giudizio possibile.
Poi lascia che a te piace piu' Viviani,e figuriamoci se contesto i gusti personali...che sono appunto,personali.

Sulla seconda considerazione,leggo e mi sembra uno scherzo di Halloween...aspetto la fatidica frase del dolcetto... :lol:
E' esattamente il contrario di quello che dici. Essendo la cultura dominante oggi una cultura di origine ed estrazione borghese, le opere che sono espressione di quella cultura risultano molto più accessibili di quelle scritte con un linguaggio diverso...
Le canzoni di Murolo e Nicolardi sono certo più accattivanti e 'facili' delle villanelle e delle tammurriate riportate in vita dalla NCCP negli anni '70. Eppure le prime sono 'borghesi', le seconde 'popolari'... O no?
'O 'ssapevo,aggio fatto 'o guaio a dirti il fattariello della borghesia e del popolare... :lol:
Era solo una risposta ironica caro amico,te l'ho gia' detto che per me il paragone non sussiste ed e' insensato perche' anche Eduardo e' popolare,detto volgarmente.Essendo assolutamente universale,si rivolge a tutti.E non l'ho fatto solo per questione di linguaggio,dove ti stai applicando per portare avanti una tua convinzione basata sul gusto personale.Almeno questa e' la mia impressione.
Il discorso sull'attualita' dei temi,della capacita' di parlare a tutti,e di avere un approccio piu' reale e meno ideale...e' indiscutibile,e anche la sua "eredita'" lo testimonia,suvvia.
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occafè ha scritto:Ma a me non sembra che "l'arte per l'amore dell'arte" dia risultati sempre migliori di quella con intento didascalico. Non mi sembra che si possa dire che oggettivamente l'arte risente sempre in maniera negativa di intenti didascalici. Così come non si può dire che oggettivamente l'arte per l'amore dell'arte sia universalmente bella. A livello personale, per me l'arte con un intento didascalico ha un valore aggiunto rispetto a quella che non ne ha, ma è appunto un pensiero personale.
Ancora peggio poi se come intento didascalico,mi si parla di messaggi.Entriamo nel campo delle interpretazioni,che per forza di cose non possono essere universali.Questo in linea generale eh,perche' poi ogni testo ha la sua storia.
Ma entrare nel campo dell'etichetta e del dogma,naaaaaa...non esiste.
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ilgatto ha scritto:
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un po' come true detective e gomorra
Senza fare paragoni, io trovo che con Gomorra hanno fatto un gran lavoro proprio dal punto di vista linguistico. Hanno scritto dialoghi brutti, banali, spesso anche stupidi. Genny che non sa dire altro che 'Simmo e cchiù forte', 'Nisciuno è meglio 'e nuie' non parla forse come un demente? Eppure i camorristi sono proprio così. Ignoranti, stupidi, ossessivi...
Al di la' del paragone che lascia ampiamente il tempo che trova,concordo abbastanza.Per carita',la forza principale di "Gomorra" non sta certamente nella parola scritta.E' una buona storia,sebbene incapace di evolversi e basata su una rigidita',uno schematismo strutturale che non gli ha permesso di essere un'opera radicata e profonda riguardo i veri aspetti di questa terra.Ad esempio,il film e' molto piu' gomorra di quanto non sia la serie gomorra.
E non si e' sviluppato abbastanza per i personaggi,monodimensionali e ripetitivi salvo eccezioni.E con alcune eccezioni di rara stupidita',vedi Genny che ha "goduto" di una caratterizzazione a misura di spettatore con poca malizia.
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ilgatto

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lestat ha scritto: E vedi che allora gia' il primo concetto fa a capocciate con quello precedente dell'Eduardo borghese?...accessibile,semplice,immediato.Piu' popolare di cosi',non c'e'.
Poi vabbe',per me non e' solo questione di linguaggio.Eduardo come ho detto e' universale,e no...qui non siamo nel campo delle opinioni,ma entriamo in un discorso di esperienza e lettura di sceneggiature,copioni,costruzioni della storia,personaggi,messaggi e rappresentazione.Escludo le opinioni,le lascio a chi ama parlare di gusti come se stessimo parlando dei gelati.
Sul discorso della modernita',mah...non so.Cioe',o meglio...in virtu' di quanto detto prima,in linea generale Eduardo vince il confronto perche' la sua opera ha resistito anche meglio alla sfida del tempo,che poi per tanti aspetti e' l'unico metro di giudizio possibile.
Poi lascia che a te piace piu' Viviani,e figuriamoci se contesto i gusti personali...che sono appunto,personali.

Sulla seconda considerazione,leggo e mi sembra uno scherzo di Halloween...aspetto la fatidica frase del dolcetto... :lol:
No, non è uno scherzo. Non è un peccato dire 'questa commedia di Eduardo non mi piace'. Lo si può dire e io rivendico il diritto di farlo. Non amo l'ultima fase del lavoro di Eduardo e non sono certo l'unico a pensarla così. .
.
Non e' un peccato e ci mancherebbe,finche' rimane confinato nel gusto personale che per definizione e' un qualcosa di intimo e basta.Se andiamo a giudicare poi,volendo...da un punto di vista piu' realistico,oggettivo,sicuramente facciamo cosa buona e giusta.
Detto in breve,a te non piace?...ok.Ma non e' che se non piace a te,allora il loro valore si puo' mettere in discussione.E' questo il senso,ed e' per questo che detesto i discorsi che partono con lo scudo del gusto personale.

Non e' uno scherzo,e vabbe' l'avevo capito...ma per curiosita',mi dici quale percorso ti ha portato a parlare di morale facile e fastidiosa?
Per me il moralismo diventa fastidioso quando prevale sulla vicenda. Cioè quando la vicenda, la trama, diventa solo un mezzo per la trasmissione del messaggio. Per esempio si inserisce un personaggio omosessuale (sto parlando di Mia famiglia) solo per mettere in evidenza quanto certi 'vizi' siano pericolosi per le persone e la società. Nell'ultimo Eduardo questo rovesciamento avviene spesso. E il meccanismo drammaturgico ne risulta notevolmente appesantito...
ilgatto

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postino ha scritto: un po' come true detective e gomorra
Senza fare paragoni, io trovo che con Gomorra hanno fatto un gran lavoro proprio dal punto di vista linguistico. Hanno scritto dialoghi brutti, banali, spesso anche stupidi. Genny che non sa dire altro che 'Simmo e cchiù forte', 'Nisciuno è meglio 'e nuie' non parla forse come un demente? Eppure i camorristi sono proprio così. Ignoranti, stupidi, ossessivi...
Al di la' del paragone che lascia ampiamente il tempo che trova,concordo abbastanza.Per carita',la forza principale di "Gomorra" non sta certamente nella parola scritta.E' una buona storia,sebbene incapace di evolversi e basata su una rigidita',uno schematismo strutturale che non gli ha permesso di essere un'opera radicata e profonda riguardo i veri aspetti di questa terra.Ad esempio,il film e' molto piu' gomorra di quanto non sia la serie gomorra.
E non si e' sviluppato abbastanza per i personaggi,monodimensionali e ripetitivi salvo eccezioni.E con alcune eccezioni di rara stupidita',vedi Genny che ha "goduto" di una caratterizzazione a misura di spettatore con poca malizia.
Tra l'altro la metamorfosi di Genny io l'ho trovata poco credibile...
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ilgatto ha scritto: No, non è uno scherzo. Non è un peccato dire 'questa commedia di Eduardo non mi piace'. Lo si può dire e io rivendico il diritto di farlo. Non amo l'ultima fase del lavoro di Eduardo e non sono certo l'unico a pensarla così. .
.
Non e' un peccato e ci mancherebbe,finche' rimane confinato nel gusto personale che per definizione e' un qualcosa di intimo e basta.Se andiamo a giudicare poi,volendo...da un punto di vista piu' realistico,oggettivo,sicuramente facciamo cosa buona e giusta.
Detto in breve,a te non piace?...ok.Ma non e' che se non piace a te,allora il loro valore si puo' mettere in discussione.E' questo il senso,ed e' per questo che detesto i discorsi che partono con lo scudo del gusto personale.

Non e' uno scherzo,e vabbe' l'avevo capito...ma per curiosita',mi dici quale percorso ti ha portato a parlare di morale facile e fastidiosa?
Per me il moralismo diventa fastidioso quando prevale sulla vicenda. Cioè quando la vicenda, la trama, diventa solo un mezzo per la trasmissione del messaggio. Per esempio si inserisce un personaggio omosessuale (sto parlando di Mia famiglia) solo per mettere in evidenza quanto certi 'vizi' siano pericolosi per le persone e la società. Nell'ultimo Eduardo questo rovesciamento avviene spesso. E il meccanismo drammaturgico ne risulta notevolmente appesantito...
Ok vabbuo',non concordo ma fin qui era scontato.Chiedo,secondo te basta quell'aspetto per parlare con convinzione di un presunto aspetto moralista che addirittura prevale sulla vicenda?
Tre atti di commedia,valgono e dicono ben piu' di una caratterizzazione e trovo riduttivo parlarne in termini di trasmissione del messaggio e basta.Io,per dire...ho trovato ai limiti del fastidioso la fine edificante,il monologo della cravatta...ma questo e' un mio modo di vedere la cosa,mai andavo a pensare che quella parte per quanto inserita bene e coerente,potesse pregiudicare il valore dell'opera.
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Al di la' del paragone che lascia ampiamente il tempo che trova,concordo abbastanza.Per carita',la forza principale di "Gomorra" non sta certamente nella parola scritta.E' una buona storia,sebbene incapace di evolversi e basata su una rigidita',uno schematismo strutturale che non gli ha permesso di essere un'opera radicata e profonda riguardo i veri aspetti di questa terra.Ad esempio,il film e' molto piu' gomorra di quanto non sia la serie gomorra.
E non si e' sviluppato abbastanza per i personaggi,monodimensionali e ripetitivi salvo eccezioni.E con alcune eccezioni di rara stupidita',vedi Genny che ha "goduto" di una caratterizzazione a misura di spettatore con poca malizia.
Tra l'altro la metamorfosi di Genny io l'ho trovata poco credibile...
Ma questo e' un eufemismo.La metamoforsi di Genny e' la sciocchezza definitiva di una sceneggiatura gia' non esattamente di ferro.E' roba da action movie di seconda serata il sabato sera su italia1...
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lestat ha scritto: E vedi che allora gia' il primo concetto fa a capocciate con quello precedente dell'Eduardo borghese?...accessibile,semplice,immediato.Piu' popolare di cosi',non c'e'.
Poi vabbe',per me non e' solo questione di linguaggio.Eduardo come ho detto e' universale,e no...qui non siamo nel campo delle opinioni,ma entriamo in un discorso di esperienza e lettura di sceneggiature,copioni,costruzioni della storia,personaggi,messaggi e rappresentazione.Escludo le opinioni,le lascio a chi ama parlare di gusti come se stessimo parlando dei gelati.
Sul discorso della modernita',mah...non so.Cioe',o meglio...in virtu' di quanto detto prima,in linea generale Eduardo vince il confronto perche' la sua opera ha resistito anche meglio alla sfida del tempo,che poi per tanti aspetti e' l'unico metro di giudizio possibile.
Poi lascia che a te piace piu' Viviani,e figuriamoci se contesto i gusti personali...che sono appunto,personali.

Sulla seconda considerazione,leggo e mi sembra uno scherzo di Halloween...aspetto la fatidica frase del dolcetto... :lol:
E' esattamente il contrario di quello che dici. Essendo la cultura dominante oggi una cultura di origine ed estrazione borghese, le opere che sono espressione di quella cultura risultano molto più accessibili di quelle scritte con un linguaggio diverso...
Le canzoni di Murolo e Nicolardi sono certo più accattivanti e 'facili' delle villanelle e delle tammurriate riportate in vita dalla NCCP negli anni '70. Eppure le prime sono 'borghesi', le seconde 'popolari'... O no?
'O 'ssapevo,aggio fatto 'o guaio a dirti il fattariello della borghesia e del popolare... :lol:
Era solo una risposta ironica caro amico,te l'ho gia' detto che per me il paragone non sussiste ed e' insensato perche' anche Eduardo e' popolare,detto volgarmente.Essendo assolutamente universale,si rivolge a tutti.E non l'ho fatto solo per questione di linguaggio,dove ti stai applicando per portare avanti una tua convinzione basata sul gusto personale.Almeno questa e' la mia impressione.
Il discorso sull'attualita' dei temi,della capacita' di parlare a tutti,e di avere un approccio piu' reale e meno ideale...e' indiscutibile,e anche la sua "eredita'" lo testimonia,suvvia.
Eredità? Bestemmio se dico che tutti i maggiori autori napoletani del dopo Eduardo hanno cercato di staccarsi da Eduardo stesso e di superarlo? Nella maggior parte dei casi hanno recuperato quel teatro plebeo e quel linguaggio più scorretto che l'egemonia eduardiana (da Eduardo Scarpetta a Eduardo De Filippo) avevano completamente eclissato.
In Ruccello, De Simone, Moscato, Santanelli c'è ben poco Eduardo. Eduardo ha creato degli emuli(Luca, i Giuffrè, Ranieri) non degli eredi...
ilgatto

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Detto in breve,a te non piace?...ok.Ma non e' che se non piace a te,allora il loro valore si puo' mettere in discussione.E' questo il senso,ed e' per questo che detesto i discorsi che partono con lo scudo del gusto personale.

Non e' uno scherzo,e vabbe' l'avevo capito...ma per curiosita',mi dici quale percorso ti ha portato a parlare di morale facile e fastidiosa?
Per me il moralismo diventa fastidioso quando prevale sulla vicenda. Cioè quando la vicenda, la trama, diventa solo un mezzo per la trasmissione del messaggio. Per esempio si inserisce un personaggio omosessuale (sto parlando di Mia famiglia) solo per mettere in evidenza quanto certi 'vizi' siano pericolosi per le persone e la società. Nell'ultimo Eduardo questo rovesciamento avviene spesso. E il meccanismo drammaturgico ne risulta notevolmente appesantito...
Ok vabbuo',non concordo ma fin qui era scontato.Chiedo,secondo te basta quell'aspetto per parlare con convinzione di un presunto aspetto moralista che addirittura prevale sulla vicenda?
Tre atti di commedia,valgono e dicono ben piu' di una caratterizzazione e trovo riduttivo parlarne in termini di trasmissione del messaggio e basta.Io,per dire...ho trovato ai limiti del fastidioso la fine edificante,il monologo della cravatta...ma questo e' un mio modo di vedere la cosa,mai andavo a pensare che quella parte per quanto inserita bene e coerente,potesse pregiudicare il valore dell'opera.
Ma quello era solo un esempio. Tutto in Mia famiglia è in funzione del messaggio. Ma non è solo Mia famiglia. Anche Gli esami non finiscono mai o De Pretore Vincenzo per me hanno lo stesso vizio (in misura minore). Questo non toglie che queste opere abbiano notevoli pregi (solo le ultime due, Mia Famiglia è irrimediabilmente brutta). Ma il vizio di fondo del didascalismo c'è. E si vede...
Intendiamoci io sto parlando solo di una fase dell'opera di Eduardo, che è lunga e prolifica.
Nessuno mi tocchi Questi fantasmi o Filumena. Due opere immense. E basterebbe aver scritto quelle due per essere definito uno dei più grandi commediografi del Novecento...
ilgatto

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Detto in breve,a te non piace?...ok.Ma non e' che se non piace a te,allora il loro valore si puo' mettere in discussione.E' questo il senso,ed e' per questo che detesto i discorsi che partono con lo scudo del gusto personale.

Non e' uno scherzo,e vabbe' l'avevo capito...ma per curiosita',mi dici quale percorso ti ha portato a parlare di morale facile e fastidiosa?
Per me il moralismo diventa fastidioso quando prevale sulla vicenda. Cioè quando la vicenda, la trama, diventa solo un mezzo per la trasmissione del messaggio. Per esempio si inserisce un personaggio omosessuale (sto parlando di Mia famiglia) solo per mettere in evidenza quanto certi 'vizi' siano pericolosi per le persone e la società. Nell'ultimo Eduardo questo rovesciamento avviene spesso. E il meccanismo drammaturgico ne risulta notevolmente appesantito...
Ok vabbuo',non concordo ma fin qui era scontato.Chiedo,secondo te basta quell'aspetto per parlare con convinzione di un presunto aspetto moralista che addirittura prevale sulla vicenda?
Tre atti di commedia,valgono e dicono ben piu' di una caratterizzazione e trovo riduttivo parlarne in termini di trasmissione del messaggio e basta.Io,per dire...ho trovato ai limiti del fastidioso la fine edificante,il monologo della cravatta...ma questo e' un mio modo di vedere la cosa,mai andavo a pensare che quella parte per quanto inserita bene e coerente,potesse pregiudicare il valore dell'opera.
Ma quello era solo un esempio. Tutto in Mia famiglia è in funzione del messaggio. Ma non è solo Mia famiglia. Anche Gli esami non finiscono mai o De Pretore Vincenzo per me hanno lo stesso vizio (in misura minore). Questo non toglie che queste opere abbiano notevoli pregi (solo le ultime due, Mia Famiglia è irrimediabilmente brutta). Ma il vizio di fondo del didascalismo c'è. E si vede...
Intendiamoci io sto parlando solo di una fase dell'opera di Eduardo, che è lunga e prolifica.
Nessuno mi tocchi Questi fantasmi o Filumena. Due opere immense. E basterebbe aver scritto quelle due per essere definito uno dei più grandi commediografi del Novecento...
ilgatto

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lestat ha scritto: Al di la' del paragone che lascia ampiamente il tempo che trova,concordo abbastanza.Per carita',la forza principale di "Gomorra" non sta certamente nella parola scritta.E' una buona storia,sebbene incapace di evolversi e basata su una rigidita',uno schematismo strutturale che non gli ha permesso di essere un'opera radicata e profonda riguardo i veri aspetti di questa terra.Ad esempio,il film e' molto piu' gomorra di quanto non sia la serie gomorra.
E non si e' sviluppato abbastanza per i personaggi,monodimensionali e ripetitivi salvo eccezioni.E con alcune eccezioni di rara stupidita',vedi Genny che ha "goduto" di una caratterizzazione a misura di spettatore con poca malizia.
Tra l'altro la metamorfosi di Genny io l'ho trovata poco credibile...
Ma questo e' un eufemismo.La metamoforsi di Genny e' la sciocchezza definitiva di una sceneggiatura gia' non esattamente di ferro.E' roba da action movie di seconda serata il sabato sera su italia1...
Effettivamente... La scena in cui riappare dopo il viaggio in Nicaragua e ammazza il cane e minaccia la madre è involontariamente comica.
L'ho trovata assolutamente ridicola...
Ma in fondo anche la facilità con cui Imma passa dal ruolo di moglie obbediente a quella di spietata capo-clan(disattendendo tra l'altro gli ordini del marito) è poco credibile..
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lestat
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ilgatto ha scritto: E' esattamente il contrario di quello che dici. Essendo la cultura dominante oggi una cultura di origine ed estrazione borghese, le opere che sono espressione di quella cultura risultano molto più accessibili di quelle scritte con un linguaggio diverso...
Le canzoni di Murolo e Nicolardi sono certo più accattivanti e 'facili' delle villanelle e delle tammurriate riportate in vita dalla NCCP negli anni '70. Eppure le prime sono 'borghesi', le seconde 'popolari'... O no?
'O 'ssapevo,aggio fatto 'o guaio a dirti il fattariello della borghesia e del popolare... :lol:
Era solo una risposta ironica caro amico,te l'ho gia' detto che per me il paragone non sussiste ed e' insensato perche' anche Eduardo e' popolare,detto volgarmente.Essendo assolutamente universale,si rivolge a tutti.E non l'ho fatto solo per questione di linguaggio,dove ti stai applicando per portare avanti una tua convinzione basata sul gusto personale.Almeno questa e' la mia impressione.
Il discorso sull'attualita' dei temi,della capacita' di parlare a tutti,e di avere un approccio piu' reale e meno ideale...e' indiscutibile,e anche la sua "eredita'" lo testimonia,suvvia.
Eredità? Bestemmio se dico che tutti i maggiori autori napoletani del dopo Eduardo hanno cercato di staccarsi da Eduardo stesso e di superarlo? Nella maggior parte dei casi hanno recuperato quel teatro plebeo e quel linguaggio più scorretto che l'egemonia eduardiana (da Eduardo Scarpetta a Eduardo De Filippo) avevano completamente eclissato.
In Ruccello, De Simone, Moscato, Santanelli c'è ben poco Eduardo. Eduardo ha creato degli emuli(Luca, i Giuffrè, Ranieri) non degli eredi...
Non bestemmi,ma secondo me nemmeno dici una cosa corretta... :lol:
Inoltre,come eredita' non mi riferivo certo agli altri autori.Mi riferisco al pubblico,agli appassionati,e anche alle compagnie amatoriali che a loro volta si rivolgono a pubblico e appassionati.
E sono una testimonianza fedele dell'immaginario popolare e collettivo.
L’ottimista è un uomo che, senza una lira in tasca, ordina delle ostriche nella speranza di poterle pagare con la perla trovata.
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