OT LE VOCI DI DENTRO

Parole in liberta' e Amarcord

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mezzacapa
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Messaggio da mezzacapa »

...vabbe', non mi sembra che De Simone abbia detto un'eresia..........all'epoca il target di Eduardo era la piccola borghesia, erano quelli che andavano a teatro o avevano il televisore, mentre il popolino al cinema a vedere Totò e Peppino.......del resto i protagonisti del teatro di Eduardo erano quasi sempre piccolo-borghesi (Domenico Soriano, Peppino Priore) o coloro che aspiravano a diventarlo (Amalia Jovine).........certo tutto il ragionamento va contestualizzato a quel periodo storico, e rapportarlo ad oggi, al 2014, risulta francamente ridicolo e lascia il tempo che trova............
"A.D.L. ha ottenuto con voi la più grande vittoria che potesse mai immaginare: vi ha fatto identificare se stesso con la squadra e quindi voi oggi tifate contro la squadra che affermate di sostenere." (cit. da IL NAPULEGNO)

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lestat
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Messaggio da lestat »

ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto:Ma,dagospia???...ma dai...
Indipendentemente da Dagospia, l'articolo di De Simone è molto interessante e analizza molto bene la questione dei danni che la mitizzazione di Eduardo ha comportato, paralizzando il teatro napoletano nello scimmiottamento delle opere del maestro. Per fortuna negli ultimi anni ci sono stati diversi artisti che hanno superato quel modello, riproponendo e rileggendo il teatro tradizionale pre-eduardiano o cercando nuovi linguaggi.
Da De Simone stesso a Ruccello, da Moscato a Santanelli, fino al più recente Borrelli, questi artisti hanno cercato con successo nuove strade, superando il naturalismo di Eduardo per approdare a forme teatrali più innovative e attuali...
Per poi accorgersi che ogni forma di paragone e\o confronto,era quanto di piu' futile possibile?
L’ottimista è un uomo che, senza una lira in tasca, ordina delle ostriche nella speranza di poterle pagare con la perla trovata.
ilgatto

Messaggio da ilgatto »

lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto:Ma,dagospia???...ma dai...
Indipendentemente da Dagospia, l'articolo di De Simone è molto interessante e analizza molto bene la questione dei danni che la mitizzazione di Eduardo ha comportato, paralizzando il teatro napoletano nello scimmiottamento delle opere del maestro. Per fortuna negli ultimi anni ci sono stati diversi artisti che hanno superato quel modello, riproponendo e rileggendo il teatro tradizionale pre-eduardiano o cercando nuovi linguaggi.
Da De Simone stesso a Ruccello, da Moscato a Santanelli, fino al più recente Borrelli, questi artisti hanno cercato con successo nuove strade, superando il naturalismo di Eduardo per approdare a forme teatrali più innovative e attuali...
Per poi accorgersi che ogni forma di paragone e\o confronto,era quanto di piu' futile possibile?
Ma io non voglio fare paragoni o confronti.
Voglio solo prendermi la libertà di analizzare criticamente Eduardo, senza accodarmi al coro degli adoratori; voglio conservare la curiosità di assistere a riletture o reinterpretazioni di Eduardo senza gridare ogni volta al reato di lesa maestà; voglio restituire Eduardo alla sua dimensione storica, contestualizzandolo, senza elevarlo per forza a paradigma o dargli patenti di 'universalità' che non vogliono dire nulla...
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lestat
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Messaggio da lestat »

ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto: Indipendentemente da Dagospia, l'articolo di De Simone è molto interessante e analizza molto bene la questione dei danni che la mitizzazione di Eduardo ha comportato, paralizzando il teatro napoletano nello scimmiottamento delle opere del maestro. Per fortuna negli ultimi anni ci sono stati diversi artisti che hanno superato quel modello, riproponendo e rileggendo il teatro tradizionale pre-eduardiano o cercando nuovi linguaggi.
Da De Simone stesso a Ruccello, da Moscato a Santanelli, fino al più recente Borrelli, questi artisti hanno cercato con successo nuove strade, superando il naturalismo di Eduardo per approdare a forme teatrali più innovative e attuali...
Per poi accorgersi che ogni forma di paragone e\o confronto,era quanto di piu' futile possibile?
Ma io non voglio fare paragoni o confronti.
Voglio solo prendermi la libertà di analizzare criticamente Eduardo, senza accodarmi al coro degli adoratori; voglio conservare la curiosità di assistere a riletture o reinterpretazioni di Eduardo senza gridare ogni volta al reato di lesa maestà; voglio restituire Eduardo alla sua dimensione storica, contestualizzandolo, senza elevarlo per forza a paradigma o dargli patenti di 'universalità' che non vogliono dire nulla...
L'universalita' non e' in discussione.E' oggettiva.
Sul resto poi,intendiamoci...io dico soltanto che per non appartenere a un estremo,corri il rischio di appartenerne a un altro contrario.Ed e' quello che io riscontro dalle tue parole.Non venerare Eduardo e' un conto,ma non venerarlo in modo cosi' forzato per dimostrare che c'e' lo spirito critico a farla da padrone...e' la sensazione che mi dai.
Poi oh,nessun problema...contesto solo il discorso dei danni causati dalla mitizzazione e la seguente paralisi del teatro Napoletano,che secondo me sono concetti senza diritto di cittadinanza.
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falanghina
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Messaggio da falanghina »

bicie' ha scritto:
ilgatto ha scritto:
PaRaUsTeD ha scritto:Ma soprattutto se questi hanno ucciso eduardo, Massimo Ranieri e Mariangela Melato un paio di anni fa che fecero??
Ranieri si. Non all'altezza. Ma la Melato, invece, fece una Filomena intensissima e toccante. A me piacque molto...
ma almeno hai notato tutti i tagli ? le battute invertite tra un atto e l'altro ? ma la conosci a memoria quella di eduardo ? osino' che parl' a fa ?
Sorrentino e i Servillo hanno sempre ragione.
Il Presidente ha sempre ragione!!!
ilgatto

Messaggio da ilgatto »

lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto: Per poi accorgersi che ogni forma di paragone e\o confronto,era quanto di piu' futile possibile?
Ma io non voglio fare paragoni o confronti.
Voglio solo prendermi la libertà di analizzare criticamente Eduardo, senza accodarmi al coro degli adoratori; voglio conservare la curiosità di assistere a riletture o reinterpretazioni di Eduardo senza gridare ogni volta al reato di lesa maestà; voglio restituire Eduardo alla sua dimensione storica, contestualizzandolo, senza elevarlo per forza a paradigma o dargli patenti di 'universalità' che non vogliono dire nulla...
L'universalita' non e' in discussione.E' oggettiva.
Sul resto poi,intendiamoci...io dico soltanto che per non appartenere a un estremo,corri il rischio di appartenerne a un altro contrario.Ed e' quello che io riscontro dalle tue parole.Non venerare Eduardo e' un conto,ma non venerarlo in modo cosi' forzato per dimostrare che c'e' lo spirito critico a farla da padrone...e' la sensazione che mi dai.
Poi oh,nessun problema...contesto solo il discorso dei danni causati dalla mitizzazione e la seguente paralisi del teatro Napoletano,che secondo me sono concetti senza diritto di cittadinanza.
Vabbè, è la tua opinione. Io credo che nulla sia universale, ma qualsiasi messaggio abbia un destinatario localizzato nel tempo e nello spazio. Questi due parametri possono avere grande ampiezza, nel caso degli autori maggiori, mai essere infiniti.
Io non credo di cadere nell'eccesso opposto, perchè in realtà io amo Eduardo. Rifiuto solo l'idea che morto lui nessuno più possa accostarsi alle sue opere. O l'idea che il teatro napoletano sia solo o principalmente Eduardo. Fatte queste due premesse, io considero Eduardo uno dei maggiori drammaturghi del Novecento, insieme a Brecht, Beckett, Pirandello, Pinter, Viviani.... Non mi sembra poco...
Tutto qui.
Riguardo i danni, per me ci sono stati, anche se dagli anni '80 in poi è cresciuta una nuova generazione di autori che è andata oltre il modello di Eduardo e ha dato nuova linfa al teatro napoletano.
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lestat
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Messaggio da lestat »

ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto: Ma io non voglio fare paragoni o confronti.
Voglio solo prendermi la libertà di analizzare criticamente Eduardo, senza accodarmi al coro degli adoratori; voglio conservare la curiosità di assistere a riletture o reinterpretazioni di Eduardo senza gridare ogni volta al reato di lesa maestà; voglio restituire Eduardo alla sua dimensione storica, contestualizzandolo, senza elevarlo per forza a paradigma o dargli patenti di 'universalità' che non vogliono dire nulla...
L'universalita' non e' in discussione.E' oggettiva.
Sul resto poi,intendiamoci...io dico soltanto che per non appartenere a un estremo,corri il rischio di appartenerne a un altro contrario.Ed e' quello che io riscontro dalle tue parole.Non venerare Eduardo e' un conto,ma non venerarlo in modo cosi' forzato per dimostrare che c'e' lo spirito critico a farla da padrone...e' la sensazione che mi dai.
Poi oh,nessun problema...contesto solo il discorso dei danni causati dalla mitizzazione e la seguente paralisi del teatro Napoletano,che secondo me sono concetti senza diritto di cittadinanza.
Vabbè, è la tua opinione. Io credo che nulla sia universale, ma qualsiasi messaggio abbia un destinatario localizzato nel tempo e nello spazio. Questi due parametri possono avere grande ampiezza, nel caso degli autori maggiori, mai essere infiniti.
Io non credo di cadere nell'eccesso opposto, perchè in realtà io amo Eduardo. Rifiuto solo l'idea che morto lui nessuno più possa accostarsi alle sue opere. O l'idea che il teatro napoletano sia solo o principalmente Eduardo. Fatte queste due premesse, io considero Eduardo uno dei maggiori drammaturghi del Novecento, insieme a Brecht, Beckett, Pirandello, Pinter, Viviani.... Non mi sembra poco...
Tutto qui.
Riguardo i danni, per me ci sono stati, anche se dagli anni '80 in poi è cresciuta una nuova generazione di autori che è andata oltre il modello di Eduardo e ha dato nuova linfa al teatro napoletano.
Tutto piu' o meno corretto,per carita'...poi ci si confronta tranquillamente.
Ma che Eduardo sia universale,non e' mia opinione.E' un fatto.
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Messaggio da falanghina »

Prendiamo la Grotta di Betlemme e trasformiamola in un'astronave. E' 'a stessa cosa?
Il Presidente ha sempre ragione!!!
ilgatto

Messaggio da ilgatto »

lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto: L'universalita' non e' in discussione.E' oggettiva.
Sul resto poi,intendiamoci...io dico soltanto che per non appartenere a un estremo,corri il rischio di appartenerne a un altro contrario.Ed e' quello che io riscontro dalle tue parole.Non venerare Eduardo e' un conto,ma non venerarlo in modo cosi' forzato per dimostrare che c'e' lo spirito critico a farla da padrone...e' la sensazione che mi dai.
Poi oh,nessun problema...contesto solo il discorso dei danni causati dalla mitizzazione e la seguente paralisi del teatro Napoletano,che secondo me sono concetti senza diritto di cittadinanza.
Vabbè, è la tua opinione. Io credo che nulla sia universale, ma qualsiasi messaggio abbia un destinatario localizzato nel tempo e nello spazio. Questi due parametri possono avere grande ampiezza, nel caso degli autori maggiori, mai essere infiniti.
Io non credo di cadere nell'eccesso opposto, perchè in realtà io amo Eduardo. Rifiuto solo l'idea che morto lui nessuno più possa accostarsi alle sue opere. O l'idea che il teatro napoletano sia solo o principalmente Eduardo. Fatte queste due premesse, io considero Eduardo uno dei maggiori drammaturghi del Novecento, insieme a Brecht, Beckett, Pirandello, Pinter, Viviani.... Non mi sembra poco...
Tutto qui.
Riguardo i danni, per me ci sono stati, anche se dagli anni '80 in poi è cresciuta una nuova generazione di autori che è andata oltre il modello di Eduardo e ha dato nuova linfa al teatro napoletano.
Tutto piu' o meno corretto,per carita'...poi ci si confronta tranquillamente.
Ma che Eduardo sia universale,non e' mia opinione.E' un fatto.
E comunque per terminare la questione e tornare al tema iniziale, per me la versione delle Voci di dentro dei Servillo è una gran bel lavoro, grande regia (teatrale e televisiva), ottime interpretazioni (tranne due tre interpreti minori), splendida scenografia....
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lestat
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Messaggio da lestat »

ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto: Vabbè, è la tua opinione. Io credo che nulla sia universale, ma qualsiasi messaggio abbia un destinatario localizzato nel tempo e nello spazio. Questi due parametri possono avere grande ampiezza, nel caso degli autori maggiori, mai essere infiniti.
Io non credo di cadere nell'eccesso opposto, perchè in realtà io amo Eduardo. Rifiuto solo l'idea che morto lui nessuno più possa accostarsi alle sue opere. O l'idea che il teatro napoletano sia solo o principalmente Eduardo. Fatte queste due premesse, io considero Eduardo uno dei maggiori drammaturghi del Novecento, insieme a Brecht, Beckett, Pirandello, Pinter, Viviani.... Non mi sembra poco...
Tutto qui.
Riguardo i danni, per me ci sono stati, anche se dagli anni '80 in poi è cresciuta una nuova generazione di autori che è andata oltre il modello di Eduardo e ha dato nuova linfa al teatro napoletano.
Tutto piu' o meno corretto,per carita'...poi ci si confronta tranquillamente.
Ma che Eduardo sia universale,non e' mia opinione.E' un fatto.
E comunque per terminare la questione e tornare al tema iniziale, per me la versione delle Voci di dentro dei Servillo è una gran bel lavoro, grande regia (teatrale e televisiva), ottime interpretazioni (tranne due tre interpreti minori), splendida scenografia....
Casomai splendida idea di scenografia.Il che e' opinabile,ma e' diverso dall'entusiasmo per una scenografia che non c'e'.
Sul lavoro in se,non concordo.Raffazzonato,cast cosi' cosi' a parte i due Servillo,regia discutibile soprattutto nella direzione degli attori.
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bicie'
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Messaggio da bicie' »

lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto: Tutto piu' o meno corretto,per carita'...poi ci si confronta tranquillamente.
Ma che Eduardo sia universale,non e' mia opinione.E' un fatto.
E comunque per terminare la questione e tornare al tema iniziale, per me la versione delle Voci di dentro dei Servillo è una gran bel lavoro, grande regia (teatrale e televisiva), ottime interpretazioni (tranne due tre interpreti minori), splendida scenografia....
Casomai splendida idea di scenografia.Il che e' opinabile,ma e' diverso dall'entusiasmo per una scenografia che non c'e'.
Sul lavoro in se,non concordo.Raffazzonato,cast cosi' cosi' a parte i due Servillo,regia discutibile soprattutto nella direzione degli attori.
e questo e' quanto
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Spogliatoi separati tra i tifosi del Napoli ed i tifosi del presidente.
ilgatto

Messaggio da ilgatto »

A parte che l'assenza di scenografia è scenografia, non si può dire che nell'allestimento di Servillo non ci fosse scenografia. Era essenziale, algida nel primo atto, cupa nel secondo, luminosa come la rivelazione finale nel terzo, seguendo perfettamente lo sviluppo e gli snodi della vicenda. Per non parlare della splendida idea del pannello trasparente presente nel secondo atto, con i Cimmaruta che si susseguivano in scena passando attraverso quello spazio intermedio, a metà strada tra realtà e inconscio.

Il cast di ottimo livello, a prescindere dai Servillo. Superlativa Chiara Baffi nella parte della cameriera, ottimi Gigio Morra e Betti Pedrazzi nella parte di Don Pasquale e Donna Rosa. Qualche elemento un pò più debole c'era ma era in parti secondarie, Capa d'angelo e il figlio di Don Pasquale, in particolare. Poca roba. Il resto del cast era di alto livello.

La regia era perfetta. Ogni singolo movimento in scena era preciso e studiato nei dettagli. Il ritmo serratissimo e senza cali. Insomma, un lavoro di altissimo valore, valore riconosciuto unanimemente dalla critica e dal pubblico di mezzo mondo, soprattutto da quel pubblico che, per sua fortuna, non ha mai visto quelle benedette registrazioni Rai, massime responsabili dell'edificazione del mito (questa è una considerazione mia, non vi appizzate).

E questo è quanto.
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lestat
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Messaggio da lestat »

ilgatto ha scritto:A parte che l'assenza di scenografia è scenografia, non si può dire che nell'allestimento di Servillo non ci fosse scenografia. Era essenziale, algida nel primo atto, cupa nel secondo, luminosa come la rivelazione finale nel terzo, seguendo perfettamente lo sviluppo e gli snodi della vicenda. Per non parlare della splendida idea del pannello trasparente presente nel secondo atto, con i Cimmaruta che si susseguivano in scena passando attraverso quello spazio intermedio, a metà strada tra realtà e inconscio.

Il cast di ottimo livello, a prescindere dai Servillo. Superlativa Chiara Baffi nella parte della cameriera, ottimi Gigio Morra e Betti Pedrazzi nella parte di Don Pasquale e Donna Rosa. Qualche elemento un pò più debole c'era ma era in parti secondarie, Capa d'angelo e il figlio di Don Pasquale, in particolare. Poca roba. Il resto del cast era di alto livello.

La regia era perfetta. Ogni singolo movimento in scena era preciso e studiato nei dettagli. Il ritmo serratissimo e senza cali. Insomma, un lavoro di altissimo valore, valore riconosciuto unanimemente dalla critica e dal pubblico di mezzo mondo, soprattutto da quel pubblico che, per sua fortuna, non ha mai visto quelle benedette registrazioni Rai, massime responsabili dell'edificazione del mito (questa è una considerazione mia, non vi appizzate).

E questo è quanto.
No,questo non e' quanto...questa e' una tua opinione... :lol:
A ogni modo,io esco da questo pseudo conflitto interiore sulla mitizzazione che mi interessa il giusto.Ho visto compagnie amatoriali interpretare Eduardo in maniera straordinaria,ho visto professionisti fare altrettanto(Servillo con Sabato,domenica e lunedi...Luca con Napoli milionaria!),e altri fare malissimo(Silvio Orlando con Questi fantasmi,e di Ranieri non parlo per pudore).
Quindi,partendo da questo...

Allora,la scenografia non c'e'.L'assenza di scenografia non e' scenografia.La scenografia,ripeto...non c'e'.Quella e' idea.Minimale,artistica...tutto quello che si vuole,puo' piacere o meno.Personalmente,non rappresenta l'idea e non rispetta l'atmosfera.E non valorizza nemmeno gli attori,se e' per questo.Una scusa che si tende a raccontare sulle scene ridotte all'asso,spacciate per idea.Ma vabbe'...

Cast...come ho detto,a parte i Servillo...nemmeno al meglio,ma bravi...cosi' cosi'.Nessuno si segnala per interpretazioni di un certo spessore,ma tutti viaggiano su uno standard medio,con alcuni picchi verso il mediocre.

Regia...male.Ritmo altalenante,mala gestione dei tempi drammatici,troppe situazioni in cui si privilegia mettere l'accento su qualche battuta che tende al brillante,molti attori sciupano diverse battute importanti e a volte interi monologhi,segno di fretta e di non perfetta comprensione del testo.Responsabilita' della regia.Tecnicamente spesso si provocano piu' che recitare,stando troppo vicini che quasi ti aspetti vengano alle mani.Il regista che ha fatto?...se non si e' reso conto,ha sbagliato.Se l'ha permesso,e' una scelta orrenda.In generale,troppo pressapochismo.Si e' andati in scena con il pilota automatico,e francamente l'ho avvertito con un certo fastidio.

Ecco.
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ilgatto

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lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto:A parte che l'assenza di scenografia è scenografia, non si può dire che nell'allestimento di Servillo non ci fosse scenografia. Era essenziale, algida nel primo atto, cupa nel secondo, luminosa come la rivelazione finale nel terzo, seguendo perfettamente lo sviluppo e gli snodi della vicenda. Per non parlare della splendida idea del pannello trasparente presente nel secondo atto, con i Cimmaruta che si susseguivano in scena passando attraverso quello spazio intermedio, a metà strada tra realtà e inconscio.

Il cast di ottimo livello, a prescindere dai Servillo. Superlativa Chiara Baffi nella parte della cameriera, ottimi Gigio Morra e Betti Pedrazzi nella parte di Don Pasquale e Donna Rosa. Qualche elemento un pò più debole c'era ma era in parti secondarie, Capa d'angelo e il figlio di Don Pasquale, in particolare. Poca roba. Il resto del cast era di alto livello.

La regia era perfetta. Ogni singolo movimento in scena era preciso e studiato nei dettagli. Il ritmo serratissimo e senza cali. Insomma, un lavoro di altissimo valore, valore riconosciuto unanimemente dalla critica e dal pubblico di mezzo mondo, soprattutto da quel pubblico che, per sua fortuna, non ha mai visto quelle benedette registrazioni Rai, massime responsabili dell'edificazione del mito (questa è una considerazione mia, non vi appizzate).

E questo è quanto.
No,questo non e' quanto...questa e' una tua opinione... :lol:
A ogni modo,io esco da questo pseudo conflitto interiore sulla mitizzazione che mi interessa il giusto.Ho visto compagnie amatoriali interpretare Eduardo in maniera straordinaria,ho visto professionisti fare altrettanto(Servillo con Sabato,domenica e lunedi...Luca con Napoli milionaria!),e altri fare malissimo(Silvio Orlando con Questi fantasmi,e di Ranieri non parlo per pudore).
Quindi,partendo da questo...

Allora,la scenografia non c'e'.L'assenza di scenografia non e' scenografia.La scenografia,ripeto...non c'e'.Quella e' idea.Minimale,artistica...tutto quello che si vuole,puo' piacere o meno.Personalmente,non rappresenta l'idea e non rispetta l'atmosfera.E non valorizza nemmeno gli attori,se e' per questo.Una scusa che si tende a raccontare sulle scene ridotte all'asso,spacciate per idea.Ma vabbe'...

Cast...come ho detto,a parte i Servillo...nemmeno al meglio,ma bravi...cosi' cosi'.Nessuno si segnala per interpretazioni di un certo spessore,ma tutti viaggiano su uno standard medio,con alcuni picchi verso il mediocre.

Regia...male.Ritmo altalenante,mala gestione dei tempi drammatici,troppe situazioni in cui si privilegia mettere l'accento su qualche battuta che tende al brillante,molti attori sciupano diverse battute importanti e a volte interi monologhi,segno di fretta e di non perfetta comprensione del testo.Responsabilita' della regia.Tecnicamente spesso si provocano piu' che recitare,stando troppo vicini che quasi ti aspetti vengano alle mani.Il regista che ha fatto?...se non si e' reso conto,ha sbagliato.Se l'ha permesso,e' una scelta orrenda.In generale,troppo pressapochismo.Si e' andati in scena con il pilota automatico,e francamente l'ho avvertito con un certo fastidio.

Ecco.
Opinione la mia, opinione la tua. Va bene così
ilgatto

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ilgatto ha scritto:
lestat ha scritto:
ilgatto ha scritto:A parte che l'assenza di scenografia è scenografia, non si può dire che nell'allestimento di Servillo non ci fosse scenografia. Era essenziale, algida nel primo atto, cupa nel secondo, luminosa come la rivelazione finale nel terzo, seguendo perfettamente lo sviluppo e gli snodi della vicenda. Per non parlare della splendida idea del pannello trasparente presente nel secondo atto, con i Cimmaruta che si susseguivano in scena passando attraverso quello spazio intermedio, a metà strada tra realtà e inconscio.

Il cast di ottimo livello, a prescindere dai Servillo. Superlativa Chiara Baffi nella parte della cameriera, ottimi Gigio Morra e Betti Pedrazzi nella parte di Don Pasquale e Donna Rosa. Qualche elemento un pò più debole c'era ma era in parti secondarie, Capa d'angelo e il figlio di Don Pasquale, in particolare. Poca roba. Il resto del cast era di alto livello.

La regia era perfetta. Ogni singolo movimento in scena era preciso e studiato nei dettagli. Il ritmo serratissimo e senza cali. Insomma, un lavoro di altissimo valore, valore riconosciuto unanimemente dalla critica e dal pubblico di mezzo mondo, soprattutto da quel pubblico che, per sua fortuna, non ha mai visto quelle benedette registrazioni Rai, massime responsabili dell'edificazione del mito (questa è una considerazione mia, non vi appizzate).

E questo è quanto.
No,questo non e' quanto...questa e' una tua opinione... :lol:
A ogni modo,io esco da questo pseudo conflitto interiore sulla mitizzazione che mi interessa il giusto.Ho visto compagnie amatoriali interpretare Eduardo in maniera straordinaria,ho visto professionisti fare altrettanto(Servillo con Sabato,domenica e lunedi...Luca con Napoli milionaria!),e altri fare malissimo(Silvio Orlando con Questi fantasmi,e di Ranieri non parlo per pudore).
Quindi,partendo da questo...

Allora,la scenografia non c'e'.L'assenza di scenografia non e' scenografia.La scenografia,ripeto...non c'e'.Quella e' idea.Minimale,artistica...tutto quello che si vuole,puo' piacere o meno.Personalmente,non rappresenta l'idea e non rispetta l'atmosfera.E non valorizza nemmeno gli attori,se e' per questo.Una scusa che si tende a raccontare sulle scene ridotte all'asso,spacciate per idea.Ma vabbe'...

Cast...come ho detto,a parte i Servillo...nemmeno al meglio,ma bravi...cosi' cosi'.Nessuno si segnala per interpretazioni di un certo spessore,ma tutti viaggiano su uno standard medio,con alcuni picchi verso il mediocre.

Regia...male.Ritmo altalenante,mala gestione dei tempi drammatici,troppe situazioni in cui si privilegia mettere l'accento su qualche battuta che tende al brillante,molti attori sciupano diverse battute importanti e a volte interi monologhi,segno di fretta e di non perfetta comprensione del testo.Responsabilita' della regia.Tecnicamente spesso si provocano piu' che recitare,stando troppo vicini che quasi ti aspetti vengano alle mani.Il regista che ha fatto?...se non si e' reso conto,ha sbagliato.Se l'ha permesso,e' una scelta orrenda.In generale,troppo pressapochismo.Si e' andati in scena con il pilota automatico,e francamente l'ho avvertito con un certo fastidio.

Ecco.
Opinione la mia, opinione la tua. Va bene così
Ma sulla scenografia voglio dire ancora qualcosa. La tua frase è un controsenso. La scenografia c'è sempre in quanto per scenografia si intende l'ideazione di elementi scenici, scegliere di non mettere nulla in scena significa comunque fare scenografia. Può piacere o meno, ma non si può dire che sia assente.
Da questo punto di vista rappresentare Eduardo può essere molto semplice. Nei suoi copioni ci sono indicazioni di scenografia molto precise. Ti dice quale deve essere il mobilio, come deve essere disposto, a volte ti da indicazioni addirittura sul colore delle tende e della carta da parati. Basta adeguarsi ed il gioco è fatto. Oppure si può decidere di farsi venire un'altra idea. Ed è quello che hanno fatto i Servillo, riducendo all'essenziale gli elementi di scena, lavorando molto sulle luci e le ombre, sulle atmosfere.
E' una vecchia diatriba tra me ed il regista della mia compagnia che quando facciamo un lavoro di Eduardo vuole seguire alla lettera le indicazioni del testo ingolfando la scena di una marea di oggetti, per lo pù inutili. Io tendo più a sottrarre. In scena, per me, va solo quello che è essenziale. Se c'è un fucile in scena, prima o poi deve sparare, diceva Cechov; se non spara non serve a nulla e allora meglio non metterlo.
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