Bargnani apre il paracadute

[Alepet]

Andrea è sbarcato a New York, ma non sa ancora da che squadra verrà chiamato. Le scelte Nba al Madison Square Garden nella notte tra mercoledì e giovedì
Per ora, Andrea Bargnani, a New York, ha fatto le visite mediche e il turista. Mentre il suo agente italiano, Toto Ricciotti, e quello americano, Leon Rose che rappresenta anche LeBron James e Allen Iverson, hanno cercato di capirci qualcosa nelle scelte più complicate degli ultimi anni, parlato con tutte le squadre interessate, cercato dei potenziali paracadute alle previsioni delle ultime ore secondo le quali, per motivi indipendenti dalle qualità e dal talento di Andrea, la sua chiamata potrebbe scivolare della prime 2-3 posizioni previste. Non fa alcuna differenza per le prospettive Nba dell’azzurro, se non per il salario che passerebbe, al primo anno, dai 3.617.000 dollari del numero uno assoluto alla metà del numero 8 (la 2 prenderà 3.236 milioni, la 3 2.906 e così a scalare).
INCERTEZZA - I motivi di tanta incertezza, a meno di 48 ore dalle scelte Nba di domani sera (la notte italiana tra mercoledì e giovedì) al Madison Square Garden, sono tanti. Il principale è che tra i giocatori usciti dal college quest’anno o, al massimo, di 22 anni (se sono stranieri), non c’è alcuna stella che le squadre devono prendere assolutamente, come fu tre anni fa LeBron James, con Carmelo Anthony, Chris Bosh e Dwyane Wade appena alle spalle. Il secondo è che Toronto, che sceglierà per prima, è una squadra da rifondare e potrebbe scambiare la sua chiamata con una più bassa per ottenere, anche, un veterano di cui ha assoluto bisogno. Anche Chicago, che chiamerà per seconda, potrebbe fare lo stesso. Il terzo, nei confronti solo di Andrea, è che gli ultimi europei scelti tanto in alto non hanno fatto la differenza. Nel 2005, Fran Vazquez (11) ha bidonato Orlando restando in Europa, nel 2003 Darko Milicic, n.2 tra LeBron e Carmelo Anthony, è stato una bufala tremenda per Detroit. E nel 2002, un altro trevigiano, Nikoloz Tskitishvili, preso al n.5 da Denver, ha fallito. Bisogna tornare nel 2001, a Pau Gasol (n.3) per trovare un’alta scelta europea di successo.
ETICHETTA - Come tutti i lunghi del nostro continente, Bargnani si porta addosso un’etichetta di non difensore, con un fisico ancora da costruire. Da quando è arrivato a Toronto, nel suo ruolo di vicepresidente e assistente di Bryan Colangelo, Maurizio Gherardini ha dovuto smentire l’ovvia considerazione fatta negli Stati Uniti: che, con un italiano ai Raptors, Bargnani automaticamente finirà ai canadesi. Se Colangelo non chiamasse Bargnani o scambiasse la scelta scendendo (magari per recuperare Andrea più in basso), Chicago difficilmente lo sceglierà.
BULLS - I Bulls sembrano più interessati al talento straordinario Tyrus Thomas anche se dal loro g.m., John Paxson, arrivano parole importanti per l’azzurro: "Ha iniziato a giocare professionista molto giovane, ha fatto buone cose, ha affrontato giocatori più vecchi e non ha fatto un passo indietro". Buona pubblicità negli Usa, l’ha fatta su di lui anche David Blatt. Per terzi chiamano i Bobcats. Di cui Michael Jordanè diventato uno dei soci. Se Bargnani fosse ancora disponibile, non è il giocatore che cercano. Come i Trail Blazers, col quattro, a caccia di guardie. Ci vorrà un attimo, per tutti questi ragazzi, per perdere posizioni (e un milione di dollari). Per noi resta il fatto storico, mai accaduto: un italiano prima scelta Nba. Martedì Bargnani affronterà per la prima volta la stampa americana. Sports Illustrated gli ha appena dedicato un servizio. Lunedì ha conosciuto Chris Paul, il rookie of the year di quest’anno. E’ stato a ground zero e al Village, ha cenato a Soho. Diventeranno cose normali soltanto da giovedì.

[corAzul]

Incrociamo le dita pe lui

[Ovest1]

Incrociamo le dita pe lui

il ragazzo ha qualità...e poi sono anni che non abbiamo un italiano come si deve in una franchigia a stelle e strisce

[gender]

finalmente un italiano forte in nba!!!

speriamo per andrea