Mondiali di calcio femminile: Marta, la Pelé in gonnella che fa sognare il Brasile
È stata nominata FIFA World Player of the Year per cinque volte in cinque anni consecutivi. Mai una calciatrice ha fatto meglio di lei. Alta un metro e 62, è la Lionel Messi del football femminile: anche se non svetta in altezza in mezzo all’area di rigore tra difensori rocciosi, con creatività, eleganza e un tocco di palla che fa gridare entusiasticamente esagitati i commentatori carioca, riesce a inventare giocate incredibili. E ora più che mai è colei che nei Mondiali di calcio femminile, apertisi il 26 giugno in Germania, farà sperare il Brasile.
Marta Vieira da Silva, conosciuta semplicemente come Marta: la “Pelé de Saias”, come la chiamano in patria, la Pelé in gonnella.
A venticinque anni la brasiliana, cresciuta professionalmente in Svezia, ha raggiunto la popolarità che mai nessuna donna aveva toccato prima nel calcio femminile. Ma ancora Marta ha un’impresa da compiere: conquistare la Coppa del Mondo. Ed ancora una volta è la Germania la squadra da battere, nazionale che ha vinto le ultime due competizioni. Una sfida che l’Italia dovrà guardare da casa, dagli schermi di Eurosport (e no, non sperate di poter seguire i Mondiali al femminile in diretta su una rete in chiaro). Di italiano a competere tra i campi tedeschi c’è solo Carolina Morace, cittì del Canada.
Marta andò vicina alla vittoria della Coppa del Mondo quattro anni fa, in Cina, arrivando con la squadra verdeoro in finale ma fallendo un calcio di rigore proprio contro la Germania, che vinse per 2 a 0. “Siamo arrivate comunque per la prima volta in finale” dice Marta, “non era il tempo giusto per una vittoria”. Chissà se lo sarà questa volta…
La Pelé de Saias allora fu eletta migliore giocatrice, vinse la scarpa d’oro come migliore marcatrice del torneo e un suo gol nella semifinale contro gli States è stato scelto come più spettacolare del torneo.
Mondiali di calcio femminile: Marta, la Pelé in gonnella che fa sognare il Brasile
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Tags: calcio femminile, Marta, Marta Vieira da Silva, Mondiali di calcio femminile
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Marta Vieira da Silva (LaPresse / Alvin Chan)
Marta Vieira da Silva (LaPresse / Alvin Chan)
È stata nominata FIFA World Player of the Year per cinque volte in cinque anni consecutivi. Mai una calciatrice ha fatto meglio di lei. Alta un metro e 62, è la Lionel Messi del football femminile: anche se non svetta in altezza in mezzo all’area di rigore tra difensori rocciosi, con creatività, eleganza e un tocco di palla che fa gridare entusiasticamente esagitati i commentatori carioca, riesce a inventare giocate incredibili. E ora più che mai è colei che nei Mondiali di calcio femminile, apertisi il 26 giugno in Germania, farà sperare il Brasile.
Marta Vieira da Silva, conosciuta semplicemente come Marta: la “Pelé de Saias”, come la chiamano in patria, la Pelé in gonnella.
A venticinque anni la brasiliana, cresciuta professionalmente in Svezia, ha raggiunto la popolarità che mai nessuna donna aveva toccato prima nel calcio femminile. Ma ancora Marta ha un’impresa da compiere: conquistare la Coppa del Mondo. Ed ancora una volta è la Germania la squadra da battere, nazionale che ha vinto le ultime due competizioni. Una sfida che l’Italia dovrà guardare da casa, dagli schermi di Eurosport (e no, non sperate di poter seguire i Mondiali al femminile in diretta su una rete in chiaro). Di italiano a competere tra i campi tedeschi c’è solo Carolina Morace, cittì del Canada.
Marta andò vicina alla vittoria della Coppa del Mondo quattro anni fa, in Cina, arrivando con la squadra verdeoro in finale ma fallendo un calcio di rigore proprio contro la Germania, che vinse per 2 a 0. “Siamo arrivate comunque per la prima volta in finale” dice Marta, “non era il tempo giusto per una vittoria”. Chissà se lo sarà questa volta…
La Pelé de Saias allora fu eletta migliore giocatrice, vinse la scarpa d’oro come migliore marcatrice del torneo e un suo gol nella semifinale contro gli States è stato scelto come più spettacolare del torneo.
Vediamolo:
Marta, come capita a tanti talenti brasiliani, ha iniziato a giocare a calcio a sette anni, per strada, senza scarpe, con i ragazzi. I vicini sparlavano di lei e i suoi fratelli erano infastiditi ma la madre non le negò mai di coltivare la passione per il pallone. A 14 anni lasciò il paesino di Dois Riachos e prese un autobus per Rio de Janeiro dove trovò la sua prima squadra. Ma per una ragazza non è così facile giocare a calcio: pochi interessi “superiori” di mercato, poca disponibilità di denaro, società che non durano molto nel tempo.
Quando il Vasco da Gama ha eliminato la squadra femminile, dopo un breve periodo nel Santa Cruz, a 18 anni Marta è migrata in Europa, nella squadra svedese dell’Umeå IK. Qui forse è iniziato il mito di Marta: qui Marta ha visto per la prima volta la neve, qui nei cinque anni di permanenza il suo club ha vinto il campionato quattro volte.
Oggi, dove aver cambiato società diverse volte in pochi anni, da pochi mesi milita nel Western New York Flash, squadra americana di Buffallo che, non avendo un proprio stadio in città, deve giocare ogni volta i match casalinghi a Rochester, a un’ora di auto. Qui, vicino al parcheggio del bus, le giocatrici usano come spogliatoi un prefabbricato e, come toilette, i bagni chimici del parcheggio.
Il proprietario del club, Joe Sahlen, possiede anche un’azienda di carne in scatola. Anche sua figlia gioca nella stessa squadra di Marta: da qui l’interesse di Sahlen per il calcio femminile. E il marito di lei è l’allenatore.
Il Western New York Flash milita nel Women’s Professional Soccer, il top del calcio femminile americano, che oggi però conta solo sei team.
Anche se anche il meglio del calcio femminile fa sorridere rispetto agli standard del maschile, Marta ha riferito di aver ricevuto, da quando ha iniziato a giocare negli Stati Uniti, mezzo milione di dollari come guadagni annui. Di certo niente rispetto ai 33 milioni di euro di Messi, ma abbastanza per essere la calciatrice più pagata al mondo.
Marta e la compagine brasiliana debutteranno ai Mondiali di Germania domani a Monchengladbach, alle 18.15 contro l’Australia, in seno al gruppo D.
Il suo talento varrà anche una Coppa del Mondo? Di sicuro intanto è valso a far parlare di calcio femminile. E anche questa è un’impresa.
Mondiali di calcio femminile in Germania
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Entony
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Quando ormai sembrava finita l’avventura americana ai Mondiali di calcio femminile in corso in Germania, Abby Wambach – e una mala uscita del portiere brasiliano – hanno fatto il miracolo. E poi Hope Solo ha fatto il resto, mettendo la manata giusta sul terzo rigore carioca, calciato da Daiane (già autrice di un autogol), e mandando anticipatamente a casa il Brasile e le speranze di Marta, la Pelé del football rosa.
