CIRO ESPOSITO

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tonino75
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CIRO ESPOSITO

Messaggio da tonino75 »

Avevo auspicato qualche tempo fa,una sezione dedicata all'omicidio di Ciro Esposito,al suo ricordo,ai fatti di quel 3 Maggio ed a quelli che quotidianamente si susseguono e da qui al processo si evolveranno.Mi rendo conto che per una serie di motivi la cosa non e' realizzabile,cosi come sono consapevole che riportare il tutto in sporadici post nella sezione calcio,diventa dispersivo,oltre che non di interesse per tutti(triste ma e' cosi).Cerchero' allora,attraverso questo post di aggiornare continuamente quanto accadra',nella speranza di avere anche una funzione informativa sugli eventi,o semplicemente dedicare uno spazio che nel suo piccolo renda omaggio al nostro Ciro,uno di noi.
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02/09/2014 la notte dei 100 ban,di Pippo Baudo e Cristiano Malgioglio!



Rivendico il diritto ,tramandato di padre in figlio per generazioni,al panino provola e murtadella,alla frittata di maccheroni preparata con la mano del cuore alle 8 della domenica mattina,custodita e difesa dall'intrusione di steward e poliziotti e consumata con rito religioso,all'unisono insieme agli altri 60mila fratelli.Riaffermo la necessita' di incazzarmi per un autogol,un gol sbagliato a porta vuota,la gioia di esultare per un gol,ed esaltarmi per una porodezza.Dichiaro imprescindibile la necessita' di godermi la mia passione,nel bene e nel male,con il sole e co' male tiemp',di sognare di tornare a vincere e di maledire chi facendo soldi sulla mia passione se ne sbatte della mia maglia.Se e' vero come e' vero che gia' devo far quadrare i conti di casa mia,me ne fotto di come far quadrare quelli del club.,e se e' vero che il calcio e' l'oppio dei popoli,liberalizzate sta droga e nun ' ce scassat' o cazz'!
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Messaggio da tonino75 »

DIETRO LA MORTE DI MIO NIPOTE,SERVIZI DEVIATI E DESTRA EVERSIVA


«Dietro la morte di mio nipote c'è' un complotto tra servizi segreti deviati e destra eversiva. Chi copre De Santis fa parte di un pezzo di Stato che non ha compiuto il proprio dovere e ostacola le indagini»: è l'accusa pesantissima dello zio di Ciro Esposito, Vincenzo fatta oggi durante la conferenza stampa di presentazione della manifestazione in programma venerdì prossimo in piazza Dante per chiedere giustizia per il tifoso ferito a morte a Roma prima della finale di Coppa Italia.
Riguardo all'arresto di Genny a' Carogna, l'ultrà accusato di avere istigato alla violenza all'Olimpico, la mamma di Ciro, Antonella Leardi ha precisato alcune dichiarazione fatte ieri. «Mai detto che sia un eroe. Mi riferito al fatto - ha detto - che non fece quella sera invasione di campo. Per questo intendevo che bisognerebbe dargli un premio. Perche' grazie a lui si svolse la partita».

Fonte:Il Mattino
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Messaggio da tonino75 »

Ciro sempre con noi (min.0.20)



[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=wnjvWydO86Y[/youtube]
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Messaggio da tonino75 »

Venerdi' 26 Settembre ore 17:30 piazza Dante

A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” è intervenuto Vincenzo Esposito, zio di Ciro. Ecco quanto evidenziato da “Napoli Magazine”: “Nell’incidente probatorio si stanno esprimendo opinioni e non si evidenziano i fatti e questo non va bene, ma i magistrati per fortuna la pensano come noi. Ero convinto che De Santis fosse nel carcere di Viterbo e invece lui è nell’ospedale. Continuo a sostenere che se il De Santis parlasse, forse qualcosa si saprebbe in più. Se Ciro non si fosse trovato in quel luogo, sarebbe successa una strage a Roma nella finale di coppa Italia. Questo è un attacco a Napoli e quindi domani abbiamo indetto una manifestazione in città “Rispetto per Napoli. Verità e giustizia per Ciro” alle 17.30 a piazza Dante in cui poniamo tre domande: chi è De Santis, chi c’era con lui e da chi è protetto De Santis. L’appello è quello di una città che dice basta, vogliamo sapere le cose come stanno. La città sta alzando la testa e mi auguro che anche domani i cittadini napoletani saranno con noi”.
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Messaggio da tonino75 »

- Si è tenuta in piazza Dante la manifestazione "Vogliamo verità e giustizia per Ciro Esposito". Striscioni e diverse persone per dare la loro testimonianza. «A quattro mesi dall'omicidio di Ciro Esposito, per mano di Daniele De Santis, ogni tanto, come bombe a orologeria, emergono nuove ricostruzioni dei fatti che tentano di capovolgere le realtà e, come sempre, offendono la verità, mortificano la città di Napoli, la sua tifoseria e i suoi cittadini». Inizia così l'appello letto nel corso della manifestazione. L'appello è firmato, tra gli altri, dai familiari di Ciro Esposito, il padre, la madre, e lo zio, ma anche da comitati e personaggi in vista dello spettacolo e della politica della città che vive all'ombra del Vesuvio, come Gianni Maddaloni, padre Aniello Manganiello, Gennaro Migliore e Simone Schettino. «Le notizie su De Santis, - è scritto ancora nell'appello - che avrebbe sparato per legittima difesa e che sarebbe stato accoltellato prima dello sparo, con referti di 5 giorni che escono a sorpresa dal bizzarro cilindro dell'ospedale Belcolle di Viterbo, dove attualmente l'ex ultras giallorosso si trova ricoverato, senza che si sappia nemmeno quali lesioni così gravi lo affliggano per non essere in galera, pubblicizzate a gran voce dai media nazionali, sono fantasiose versioni che hanno il chiaro obiettivo di trasformare il carnefice in vittima e rappresentano l'ennesimo attacco a Napoli, al popolo napoletano, a Ciro Esposito e alla sua famiglia». Nell'appello, i firmatari chiedono di sapere «chi copre Daniele De Santis? Di quale scomoda verità è depositario? Perchè l'ex ultras della Roma legato all'estrema destra è ancora in ospedale a Viterbo e non in carcere? Perchè non si conoscono i nomi dei quattro indagati che erano nel commando insieme a De Santis, notizia prima smentita e poi riconfermata dalle stesse autorità giudiziarie? Sono domande che riteniamo legittime e che pretendono risposte». «Perchè se a sparare fosse stato un napoletano, - conclude l'appello - siamo certi che si sarebbero invocate punizioni pesanti contro il Napoli, Napoli e il suo popolo. Roma non può avere immunità. Lanciamo quest'appello per dire basta: difendiamo la verità». Ecco le 20 Foto realizzate da "Napoli Magazine".


http://www.napolimagazine.com.cn/in-pri ... ito-273829
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Antonella Leardi:"Mi aspettavo piu' partecipazione"

La mamma di Ciro Esposito, Antonella Leardi, è intervenuta ai microfoni di Radio Marte a proposito degli ultimi sviluppi delle indagini sulla tragica scomparsa del figlio: "Resto fedele a quanto ho sempre sostenuto, ma ora non si può infangare la memoria di mio figlio e della città di Napoli. Si sta provando a rigirare la frittata puntando sulla legittima difesa di De Santis, che è l'assassino di mio figlio. Ho sempre chiesto e chiederò solo e sempre giustizia, spero non ci sia dello sporco anche questa volta. Sinceramente mi aspettavo più partecipazione dei napoletani alla manifestazione a Piazza Dante, su Facebook sembrano tutti molto partecipi...".

E' triste,tanto ,vedere come Napoli non riesce nemmeno piu' ad arrabbiarsi.Nemmeno dinanzi alla morte di un proprio figlio ,che poteva essere chiunque di noi.Pensiamo sempre che tanto ci sara' qualcuno che fara' al nostro posto cio' che dovremmo fare noi,pensiamo che e' tutto inutile,che non servira' a nulla.Eppure in questo clima di sfiducia ,strafottenza,immobilismo civile e mentale,Napoli riesce a tirare fuori esempi come la sua famiglia signora Esposito.Esempi di forza ,coraggio,civilta',amore per la propria citta' e per la giustizia.Nonostante tutto.Continui signora Antonella,anche quando si ritrovera' come stasera,a prendere atto del menefreghismo e della rassegnazione della maggioranza.Al suo fianco avra' sempre quei ragazzi che come e con il suo Ciro,spalla a spalla hanno sempre sostenuto Napoli ed il Napoli.
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DE SANTIS COLTO DA ISCHEMIA...CONTINUA LA FARSA!

«Ho avuto paura e ho sparato». È quanto afferma Daniele De Santis, accusato di avere sparato a Ciro Esposito, nella ricostruzione dei fatti del 3 maggio consegnata agli inquirenti in un fax. De Santis aveva sempre sostenuto di non avere fatto fuoco.
«Sono stato coinvolto in una rissa e ho temuto per la mia vita dunque ho avuto paura e ho sparato». Queste le parole scritte da Daniele De Santis, due pagine scritte in stampatello e inviate per fax alla Procura, nelle quali ricostruisce come secondo lui andarono i fatti a Tor di Quinto il 3 maggio scorso. De Santis, accusato di omicidio volontario, afferma di essere stato coinvolto in una rissa con alcuni tifosi del Napoli e di avere temuto per la sua incolumità e quindi di aver deciso di «sparare per paura». Nella perizia del Ris i tecnici sostengono che De Santis fu prima «sopraffatto dagli aggressori» e poi sparò. Nel corso dell' interrogatorio di garanzia nel maggio scorso De Santis negò di avere sparato.

«Non sono un mostro e la verità su quanto accaduto sta emergendo». È quanto scrive Daniele De Santis nella lettera-memoriale inviata ieri ai pm della Procura che dovrebbero interrogarlo il 9 ottobre prossimo anche se 'Gastonè nel fax annuncia di «non sentirsi pronto» ad affrontare l'atto istruttorio.

In base a quanto si apprende, inoltre, l'ultrà giallorosso sarebbe stato colto nelle scorse settimane da ischemia. De Santis afferma nella lettera di sentirsi molto provato dal punto di vista morale e psicologico anche perchè in questi mesi «è stato trattato come un mostro» al punto che «su internet è rintracciabile anche l'indirizzo di casa dei miei genitori». «Il mio assistito ha chiesto riservatezza sulla lettera», aggiungono gli avvocati Tommaso Politi e Michele D'Urso.
De Santis, ricoverato nell'ospedale Belcolle di Viterbo, nella lettera offre una ricostruzione degli incidenti avvenuti a Tor di Quinto, ricostruzione che in Procura è considerata «sommaria e non particolarmente dettagliata». Gli investigatori comunque sono convinti che la versione data da De Santis «nulla può aggiungere a quanto già acquisito nel corso dell'inchiesta e che proprio con le sue parole nulla tolga o aggiunga al fascicolo».

In attesa che De Santis si decida a rispondere al magistrato, è stata disposta una consulenza medica sulle cartelle cliniche dell'indagato. La documentazione contiene anche fotografie presentate dalla difesa di De Santis. Le immagini si riferiscono alle ferite da taglio ad un gluteo e all'addome che l'ultrà giallorosso ha riportato durante gli scontri. Queste ferite erano state refertate dai medici di Regina Coeli e di Viterbo ma non al Policlinico Gemelli quando De Santis la sera del 3 maggio fu ricoverato per la gravissima ferita ad una gamba.
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A Ostia Lido da sabato 8 novembre dalle ore 10 alle 23 e domenica 9 novembre dalle 11 alle 23, al Parco Clemente Riva in Via delle Baleniere 240, ci sarà il museo dedicato a Diego Armando Maradona. Fra gli ospiti di questa manifestazione ci saranno: Hugo Maradona, Gennaro Iezzo, Decibel Bellini e Carmine Faraco. L’evento è benefico ed è in favore dell’associazione Ciro Esposito. Prenderà parte anche la signora Antonella Leardi alla manifestazione. L’ingresso è gratuito. Encomiabile l'impegno del presidente del club Napoli Ostia, Giacomo Borrelli, che da anni riesce a mantenere viva la fiammella del tifo azzurro in un territorio storicamente ostile
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CIRO VIVE

«Ciro vive». Il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, in occasione dell'accensione della Luci d'Artista (consueto evento che si tiene in città in occasione delle festività natalizie) ha ricordato Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto in seguito alle ferite durante la finale di Coppa Italia, mostrando una maglietta bianca dedicata al giovane e l'ha adagiata sul petto. Con il primo cittadino anche la mamma di Ciro, Antonella Leardi. All'inaugurazione ha preso parte, tra gli altri, anche il musicista Tullio De Piscopo che, nel salutare la mamma di Ciro, l'ha abbracciata e le ha rivolto parole di affetto e vicinanza. «Ringrazio il sindaco per aver dedicato questa giornata a me ma io sono la mamma di Ciro e quindi l'ha dedicata a lui. Io rappresento Ciro ma anche Scampia e Napoli e sono contenta di essere in questa città splendida con queste luci spettacolari», ha detto la Leardi.

http://www.calcionapoli24.it/multimedia ... 96951.html
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Auguri Ciro

Domenica Ciro Esposito avrebbe festeggiato i suoi 30 anni al San Paolo, precisamente in curva B. Avrebbe preso posto lì, come sempre, se non avesse incontrato la morte a Roma in occasione della finale di coppa Italia del 3 maggio tra Napoli e Fiorentina. In attesa che la giustizia faccia il suo corso e che venga fatta luce su quanto avvenuto quel tragico pomeriggio a Tor di Quinto, Napoli non ha dimenticato Ciro Esposito. Così, in occasione di questa ricorrenza particolare sono state organizzate diverse iniziative. Come si legge sulla Gazzetta dello Sport di oggi, una silenziosa fiaccolata domenica a Scampia intitolata «Una luce nell’anima». La partenza avverrà dall’autolavaggio della famiglia Esposito ed è fissata per le 19.30, anche per dare modo ai tanti tifosi del Napoli che saranno allo stadio per la sfida con il Cagliari di poter poi partecipare a questa manifestazione organizzata da Campania in Movimento e dal club «Le azzurre del Napoli». In testa al corteo ci sarà la famiglia di Ciro. Martedì 25, invece, sarà il teatro Totò a ospitare una serata di beneficenza, «Buon compleanno in Paradiso», nella quale si alterneranno sul palco vari artisti. Il ricavato sarà devoluto alla fondazione «Ciro vive» creata dalla famiglia Esposito.
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CIRO ESPOSITO RAGAZZO DI SCAMPIA

Per uno di Napoli andare a Roma è un’emozione strana.
Succede solo con Roma. In qualunque altra città d’Italia si va e basta, senza termini di paragone in testa, perché ci si sente speciali, noi di Napoli. Ma Roma è un cancello misterioso, Roma tiene, contiene. E stata centro di civiltà e madre di lingua latina diramata per il mondo, sede di edifici eterni come il Colosseo e San Pietro. E patria di cinema.
Roma mette un poco soggezione a un giovane di noialtri che ci va, ma pure rianima l’orgoglio di venire da un luogo nostro altrettanto leggendario. La passione per il gioco del calcio, l’attaccamento a una squadra permette a un ragazzo di cominciare a uscire dal recinto conosciuto, dare un’occhiata in gita, che si chiama, con un po’ di fierezza: trasferta. Magari da solo uno non se la sentirebbe, invece in bella compagnia pure se piove poco importa. Benedetto calcio che ti dà la spinta buona a girare l’Italia, almeno quella della serie A di calcio. E Roma, così solenne, così vicina, Roma è una data fissata sul calendario da settimane, mesi. Maggio, è tempo di finali di coppe e campionati, giornate lunghe, occhi che luccicano. Si va a vedere il Napoli a Roma. Ciro Esposito, ventinove anni di vita seria, è aspettato da un assassino che vuole ucciderlo. Vuole uccidere un giovane di Napoli che sta andando allo stadio. E un fascista, è un tifoso romanista: questo per me non ha diritto di avere importanza. E’ un assassino. Esce di casa con la pistola carica per uccidere il primo napoletano che gli capita. Non devo sapere altro di lui: qualunque dettaglio diventa una spiegazione e qui non sono ammesse. E un delitto senza movente, perché il movente vuole essere scoperto e vuole intestarsi il crimine. No. L’assassinio di Ciro Esposito è un delitto puro da presentare davanti a un tribunale antico. Siano i numi o le leggi dei popoli, si tratta di Caino e della inesorabile necessità di espiare. Che il perdono della madre di Ciro Esposito sia su di lui più persecutorio della maledizione. All’assassino si applica per misura minima il disprezzo perpetuo e l’iscrizione del suo nome nella colonna infame per l’omicidio di un giovane uomo, giusto fra i giusti.
Se è stato il caso, serve la maiuscola: il Caso. Perché Ciro Esposito è esemplare, lieto di fare la sua buona parte in un quartiere di persone perbene, Scampia, diffamato da minoranza di criminalità ingombrante.
Spacciano droga in qualche strada di Scampia. E meno offensivo dello spaccio di notizie false, deformate, oscene della informazione a caldo. Ciro Esposito e i feriti con lui nell’attentato sono sotto arresto, piantonati in ospedale da uno Stato che non ha saputo difendere le loro vite e vuole farle passare per colpevoli.
Solo la forza d’animo del quartiere Scampia prima, della città subito dopo, riesce a stracciare in faccia al mondo le carte false, a ristabilire la minima decenza della verità.
Napoli sprigiona all’improvviso una compattezza civile da far venire i brividi. Si stringe intorno alla famiglia
e al quartiere. Se i sentimenti di identità e riscatto fossero misurabili in energia erogata, sarebbe quella di una
eruzione. Napoli si salda intorno all’agonia di uno dei suoi migliori rappresentanti.
Il nome Ciro Esposito va assegnato allo stadio che è stato il suo posto di festa. San Paolo ha fatto il suo tempo. A Napoli servono nomi di vite esemplari.

http://fondazionerrideluca.com/prefazio ... -esposito/
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Rivendico il diritto ,tramandato di padre in figlio per generazioni,al panino provola e murtadella,alla frittata di maccheroni preparata con la mano del cuore alle 8 della domenica mattina,custodita e difesa dall'intrusione di steward e poliziotti e consumata con rito religioso,all'unisono insieme agli altri 60mila fratelli.Riaffermo la necessita' di incazzarmi per un autogol,un gol sbagliato a porta vuota,la gioia di esultare per un gol,ed esaltarmi per una porodezza.Dichiaro imprescindibile la necessita' di godermi la mia passione,nel bene e nel male,con il sole e co' male tiemp',di sognare di tornare a vincere e di maledire chi facendo soldi sulla mia passione se ne sbatte della mia maglia.Se e' vero come e' vero che gia' devo far quadrare i conti di casa mia,me ne fotto di come far quadrare quelli del club.,e se e' vero che il calcio e' l'oppio dei popoli,liberalizzate sta droga e nun ' ce scassat' o cazz'!
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LA MAMMA DI CIRO ESPOSITO:MARINO PREOCCUPATO DI UN MONUMENTO

Violenza ultrà a Roma, riaffiorano i ricordi di Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli colpito a morte prima della finale di Coppa Italia il 3 maggio 2014.
La signora Antonella ha detto ai microfoni di Radio Kiss Kiss: «Gli incidenti di Roma di ieri? Ieri sera ho visto alcuni video degli incidenti. Ho visto immagini di guerra, che nulla avvano a che vedere con lo sport. Per una partita di calcio, dove le persone dovrebbero divertirsi, non si possono vedere scenari di guerra. Ho visto immagini orribili. Bisogna fermare questo tipo di calcio. È un appello che faccio dopo ciò che è successo a Ciro. Questo messaggio di pace è l'unico modo per tenere vivo il ricordo di Ciro. Abbiamo bisogno di aiuto, da parte delle istituzioni e da parte di tutti. Sono sconcertata dall'indignazione del Sindaco Marino per la Barcaccia. È un uomo piccolo, preoccupato per un monumento e non per ciò che è successo il 3 maggio a Roma, ciò che è successo a Ciro. Quando Ciro era ormai spacchiato mi cercò perchè voleva pagarmi i funerali, ma rifiutai perchè già c'era chi aveva provveduto, lo ringraziai ma avrei preferito che mi avesse cercato prima».

Sull'argomento è intervenuto anche il legale della famiglia Angelo Pisani: «Vergogna ed incredulità: si parla tanto della fontana dimenticando che, per uguale disorganizzazione e incapacità, morì un ragazzo napoletano. Abbiamo ascoltato
ieri sera in diretta il premier Renzi, assente e muto per la morte di Ciro Esposito dichiarare che si attende scuse formali dal Feyenoord per la devastazione della capitale ad opera di hooligans olandesi. I rimpalli di responsabilità che si stanno vedendo in queste ore non bastano certo a coprire le responsabilità di coloro che ancora una volta, a distanza di quasi un anno all'eccidio dell'innocente Ciro Esposito, aveva il dovere di tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza ella capitale, e non lo ha fatto. Sarà questo anche il modo migliore per diffondere in tutti gli stadi italiani e, speriamo, anche in quelli stranieri e segnatamente olandesi, il forte messaggio di dignità, speranza e pace del quale ormai è simbolo per tutti mamma Antonella»

Fonte:Il Mattino
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CIRO ESPOSITO: INCHIESTA VERSO LA CHIUSURA



Se si fosse salvato avrebbe comunque rischiato di rimanere paralizzato Ciro Esposito, il tifoso napoletano ferito il 3 maggio scorso poche ore prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli e morto dopo 53 giorni in ospedale.

Lo ha accertato il medico legale Costantino Ciallella nel quadro di esami svolti per fornire agli inquirenti dati certi sulla situazione clinica delle persone rimaste coinvolte nella sparatoria. Il proiettile che colpì Esposito, sono le conclusioni del medico legale consegnate ai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, dopo essersi conficcato in un polmone provocò una lesione della colonna vertebrale. Circostanza che avrebbe potuto provocare una paralisi.

La morte del tifoso azzurro, spiega Ciallella, è scaturita dalle complicanze e dagli esiti infettivi derivati dal ferimento. Conseguenze permanenti al piede sinistro ci saranno per Daniele De Santis, l'ex ultrà romanista accusato di aver fatto fuoco sui napoletani. Il medico legale afferma che la prognosi nei confronti di «Gastone» è tuttora in corso. Riscontrate sull'ex ultrà giallorosso una cicatrice sulla fronte, forse scaturita da un colpo con il calcio della pistola che gli sarebbe stata sottratta da uno dei napoletani. Per gli altri due tifosi azzurri rimasti feriti, Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, Ciallella sostiene che hanno riportato feriti guaribili rispettivamente in 58 e 10 giorni. L'inchiesta giudiziaria è ora alle battute finali: a breve ci sarà la notifica degli avvisi di chiusura a De Santis, accusato di omicidio, e dei due napoletani rimasti feriti.
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Procura di Roma chiude le indagini

A quasi un anno dal sabato di sangue che scandì le ore precedenti alla finale di Coppa Italia del 3 maggio 2014 la Procura di Roma chiude le indagini preliminari e si prepara a muovere il passo successivo, con una richiesta di rinvio a giudizio per tre indagati.

L'aggressione che portò alla morte del povero Ciro Esposito viene oggi ricostruita dagli inquirenti capitolini negli atti che ipotizzano una guerriglia tra opposte tifoserie e che - alla fine - individuano tre presunti attori di quelle violenze. Uno è il capo tifoso ultrà giallorosso Daniele De Santis, "Gastone"; gli altri due sono i napoletani Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti. Per altri quattro ultrà romanisti individuati dalla Digos come i presunti complici di De Santis si procederà a parte. Ma può bastare questa ricostruzione a mettere tutti i tasselli di un mosaico complesso e a dire come realmente siano andate le cose quel pomeriggio?

Evidentemente no: e dopo 11 mesi di investigazioni, approfondimenti, interrogatori e una battaglia tra le parti combattuta a colpi di perizie i punti oscuri, purtroppo, sono ancora molti. Troppi i dubbi e i nodi insoluti che restano intorno alla vicenda che portò al ferimento e poi alla morte di Ciro Esposito. Tanto per cominciare non si comprende l'esatta dinamica degli eventi.

O meglio, dato per assodato un agguato teso da alcuni ultrà romanisti a Tor di Quinto (luogo nel quale venivano fatti confluire numerosi bus e auto con a bordo i napoletani diretti allo stadio Olimpico) contro alcuni pullman pieni di supporter azzurri, nessuno ha mai spiegato quali fasi avrebbero scandito la reazione della rissa della quale oggi sono accusati Alfonso Esposito e Fioretti (i quali respingono le accuse).

Sul coltello - spuntato misteriosamente solo molte ore dopo i fatti - che sarebbe stato utilizzato dai napoletani per ferire De Santis, restano poi, molti altri dubbi: di chi sono le impronte repertate su quell'arma, maneggiata peraltro da una molteplicità di persone? Per non parlare poi della famosa cartella clinica di De Santis, redatta dai medici dell'ospedale Belcolle di Viterbo e sequestrata solo giorni dopo il 3 maggio dai pm.
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CIRO VIVE

A tre giorni dalla sfida di campionato tra Roma e Napoli, che si giocherà allo Stadio Olimpico, Antonella Leardi torna a Roma per parlare di suo figlio, Ciro Esposito, il tifoso azzurro ferito a morte prima della scorsa finale di Coppa Italia. Mamma Antonella, nella Capitale, presenta il libro ‘Ciro Vive’, scritto con la giornalista Vittoriana Abate: "Mio figlio ha lasciato una speranza – dice la Leardi – Mi auguro che la sua morte non sia stata vana, mi auguro sia un simbolo. Un esempio. Ciro lascia un sorriso, un messaggio d’amore. Vorrei che la sua storia lasciasse qualcosa di concreto per tanti e, in particolare, per chi vive in una zona come Scampia o come altre periferie. Vorrei che la morte di mio figlio unisse Napoli, l’Italia, il calcio e lo sport. Ciro vive nel cuore di chi lo ama". E ancora: "Mi dispiace che sabato non ci saranno i sostenitori napoletani sugli spalti. Per i tifosi sani, non per le persone represse che vanno allo stadio per fare altre cose, si tratta di una sconfitta".

MALAGÒ: "ROMA-NAPOLI SIA SOLO UNA FESTA" – La sfida tra giallorossi e partenopei è in cima alle preoccupazioni di Giovanni Malagò, presidente del Coni, che ha partecipato alla presentazione del volume e ne ha approfittato per esprimere il suo auspicio di serenità in vista di Roma-Napoli: “Dopo quanto accaduto in passato, dopo la presentazione di questo libro, e calcolando che il giorno dopo sarà Pasqua, non scherziamo assolutamente, la partita Roma-Napoli deve essere una festa dello sport – ha dichiarato il n.1 del Coni – L’auspicio è che tutto vada bene, e onestamente non mi sembra ci sia particolare fermento, quindi mi auguro che non covi nulla sotto le ceneri.


DE MAGISTRIS: "GIUSTIZIA PER CIRO" – Anche Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, ha fatto sentire la propria voce, in collegamento dal capoluogo campano: “Bisogna pretendere giustizia e verità sulla vicenda di Ciro, perché finora non è stato così – attacca l’inquilino di Palazzo San Giacomo – Le responsabilità non sono solo di chi ha ucciso Ciro ma anche di chi doveva garantire l’ordine pubblico in modo efficace. Su questo c’è stato un silenzio assordante. Andava evitato che le diverse tifoserie si mescolassero”.

D'ALESSIO: "MAMMA ANTONELLA CI HA FATTO FARE BELLA FIGURA" – All’evento ha partecipato anche Gigi D’Alessio, che ha raccontato le sensazioni vissute in prima persona quel 3 maggio all’Olimpico: “Il Napoli mi aveva chiesto di cantare in caso di vittoria nella finale di Coppa Italia – racconta il cantante napoletano – Ero qui allo stadio Olimpico, arrivavano le notizie su Ciro. Non ho nemmeno visto la partita, sono tornato a casa. Antonella – aggiunge riferendosi alla
mamma del tifoso – ha fatto fare una grande figura a tutti noi napoletani, perché ha chiesto giustizia ma non vendetta. È stato un bel segnale. Ciro ha dato la sua vita affinché, da domani, tutto quello che succede sia migliore. Il calcio deve dividere solo per 90 minuti, per il resto deve essere spettacolo e divertimento. Allo stadio bisognerebbe andare con figli e nipoti…Vorrei che la morte di Ciro fosse un pesce d’aprile…".

Fonte :Repubblica
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