D.Jones «Io segno sempre»
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D.Jones «Io segno sempre»
Burlone Donkey (ciuchino) come lo chiamava Shaquille O' Neal per la somiglianza con il personaggio del film Shrek, è simpaticissimo. A Napoli si è trovato catapultato in un altro mondo. «Quando sono arrivato in città, mi è bastato poco per capire che non avrei mai guidato l'auto: ho visto cose pazzesche — racconta —, e così ho chiesto a Papalia un autista: mi ha accontentato». Autista a parte, il più forte tiratore al mondo da tre punti (come lui si definisce) ha avanzato un'altra richiesta. «Niente casa, grazie ». E anche qui, nessun rifiuto. Attualmente è in una suite di un hotel posto di fronte al porto, in pieno centro, con una veduta mozzafiato, ma dal lato opposto al Palabarbuto. E infatti nei prossimi giorni si trasferirà in una struttura vicino alla Solfatara di Pozzuoli. «Solo hotel e palestra, non ho avuto il tempo di visitare Napoli — racconta —, lo farò, c’è tempo. In Italia ero già stato a Roma e Milano, per un tour Reebook assieme a Steve Francis. Ora mi interessa la squadra, allenarmi, vincere quante più partite possibili. Di sicuro ho capito, dopo aver giocato domenica a Bologna la mia prima gara, che il basket italiano, e quindi europeo, è completamente diverso dalla Nba, arbitraggi compresi. Però mi piace, sarà un'esperienza molto utile».
Show Si giocano anche otto minuti di meno, il tiro da tre è un metro indietro: meglio di così… «Giocare meno è una cosa negativa se stai sotto, hai meno tempo per recuperare — dice sorridendo —, per la linea del tiro da tre non cambia nulla, un metro avanti, un metro indietro, segno sempre». Va all'allenamento con la maglia d'allenamento azzurra del Napoli calcio e il relativo pantaloncino, le sue sedute sono degli autentici show, con sculettate prima dei tiri, cinque alti ai tifosi e sorrisi per tutti. «Con Caserta mancherà Adeleke (l’ultimo dissidente assieme a Gigena, ndr )? Mi spiace, non conosco i dettagli della vicenda, resta il fatto che questa prima gara in casa la voglio vincere. Anche perché di là c’è il grande amico Jumaine: che sfide con lui». Adora la pizza margherita con salsiccia, balbetta già qualcosa in napoletano («mo’ jammuncenn’», che sta per «ora andiamo via»), è di un’eleganza unica, contagiosa e a tavola sembra un baronetto. Insomma, per la Martos (con Pasquini finora confermato in panchina) è un lusso. L’augurio, per Napoli, è che riesca al più presto a formare una squadra. Per rispetto dei tifosi, del basket italiano, e, soprattutto, di Damon.
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ma i contratti nel basket sono piene di clausole per gli americani,vanno è vengonojiojio ha scritto:E' vero, il tutto non dipende da PapaliaMiguel ha scritto:no come stanno i fatti ,se non alzi i tacchi Damonjiojio ha scritto:Speriamo in bene Damon, sempre se Papalia non ti cacci prima