IL PROBLEMA NON È MASANIELLO, MA L'INADEGUATEZZA DELLA CLASSE DIRIGENTE

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lestat
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IL PROBLEMA NON È MASANIELLO, MA L'INADEGUATEZZA DELLA CLASSE DIRIGENTE

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Quando riceve da Stefano Ceci la riproduzione di un piede di Maradona a Palazzo San Giacomo, il commento di ADL è: «questo per dare un calcio nel cu*o a tutti quelli che ci rompono le scatole». Si levano risolini, persino un «fantastico», tra i presenti, mentre il sindaco Manfredi che pur è stato ministro e rettore della Federico II assiste alla scena con un cenere muto quasi di foscoliana memoria, ricevendo nel frattempo un altro piede.

Sorvolando sulla triste sorte di Maradona, morto solo come un cane e protagonista involontario post-mortem di un commercio senza decenza, è il cinepanettone. Metafora particolarmente felice che ho utilizzato qui su questa pagina e che ora viene ripresa dai Minervini e dai Gallo, attenti però a non affondare troppo il colpo. Gallo accusa la tifoseria, che sarebbe plebea e populista, perché invece di chiedere spiegazioni su Ancelotti (diventata una sua personale ossessione) e su Ibrahimovic, dà la colpa a Spalletti. Questa è una pagina di tifosi e non dà la colpa a Spalletti, si aggiorni il copione.
Alla fine però se ne accorgono tutti, che è semplicemente ridicolo parlare di Spalletti che non sarebbe ancora sufficientemente napoletano perché non ha preso casa a Napoli, se si pensa che in diciotto lunghi anni ADL non è mai stato sfiorato dall'idea di acquistarne una o alcunché nella nostra città. Né tantomeno ci ha trasferito la sede del Napoli o della stessa Filmauro, che nel frattempo è diventata praticamente il Napoli stesso, fatta eccezione per un residuo e misero sei per cento del bilancio consolidato del gruppo.

Lo stadio è l'argomento più divertente. Ritrova la parola persino Manfredi che azzarda paragoni con Milano, quando per gli unici soldi necessari per imbellettare il fu San Paolo, ed evitare di andare in bagno inzuppandosi le scarpe in un mare di piscio, abbiamo dovuto aspettare che a Napoli arrivassero le Universiadi.

Uno studio di fattibilità, sinergia pubblico-privato, le parole di sempre, mentre lo studio che elaborò anni fa il "progetto" citato da ADL fa sapere quello che sappiamo tutti da sempre: lo stadio non è adatto a ospitare partite di pallone, vista la distanza fra il campo e gli spalti. Tradotto vuol dire che servirebbe un'operazione importante sul piano delle risorse finanziarie, mentre partita dopo partita continuiamo a ritrovare fra i sediolini gli stessi rifiuti di quella precedente.
Di sicuro non le tirerà fuori ADL, che moroso per oltre tre milioni per i canoni di locazione dello stadio asserisce con lo sguardo che gli si incattivisce quando parla di soldi che è lui a essere in credito col Comune di Napoli. Stesso copione del 2014, quando per costringerlo a pagare la guardia di finanza di Napoli gli bloccò 5 milioni di euro dai conti correnti.
Ecco, nonostante la cialtroneria che caratterizza tutta la vicenda, si punta il dito contro il Masaniello di turno, che poi sarebbero pagine indipendenti come questa, invece di arrivare all'unica conclusione logica possibile: i Masaniello sono il prodotto della latitanza di una classe dirigente, della sua inadeguatezza, della sua dipendenza dalla filiera dei soldi pubblici e degli incarichi clientelari. E chi non lo dice è complice, anche quando ride alle battute di un cinepanettone fuori tempo massimo.
#A16

RDI
L’ottimista è un uomo che, senza una lira in tasca, ordina delle ostriche nella speranza di poterle pagare con la perla trovata.
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