Una piazza che non ci crede più.
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Una piazza che non ci crede più.
Una piazza che non ci crede più.
Ma non allo Scudetto o ad una semifinale di Champions. Ciò che si percepisce nell’ambiente Napoli è una sostanziale apatia.
E uagliu non parlo di una sensazione riconducibile a questi ultimi due mesi di Napoli dal cammino altalenante, ma di un qualcosa di molto più profondo e radicato.
Oggi addirittura al TGR Campania veniva trattato il tema di una sostanziale disaffezione che ha colpito la piazza azzurra, e lo si imputava soprattutto alla gestione De Laurentiis, alla mancanza di una programmazione concreta e funzionale ad un progetto che voglia definirsi vincente.
Ovviamente tutto vero, ma io credo che sia troppo facile assolutizzare e trovare i capri espiatori di questa situazione, dalla causa De Laurentiis fino allo scudetto mancato di ormai quasi 5 anni fa (detta così sembra veramente un’eternità fa).
Questa visione semplicistica impedirebbe di sviscerare un tema molto più profondo, al quale contribuiscono tanti fattori. Nonostante ciò, ADL è la causa principale.
Anzitutto, è ormai evidente che la gestione di De Laurentiis si sia rivelata fallimentare. O meglio, non fallimentare perché è perfettamente adatta a quello che lui vuole dal Napoli: una squadra forte, ma non fortissima, una squadra che sia costantemente tra le prime 5 del Campionato, ma senza mai puntare veramente al traguardo principale.
Senza mai essere costruita per puntare veramente a quello.
Insomma, un vero e proprio limbo.
Lo stesso che si è creato dopo il ciclo Sarri, specialmente nel primo anno di Ancelotti. E quella stagione 2017/2018 è metafora perfetta per descrivere quello che è diventato il Napoli, quello che si è voluto diventasse il Napoli.
Dopo quel triennio non c’è stato il coraggio di rifondare, e quella stagione di limbo ha acuito una frattura, una rassegnazione creatasi alla fine della stagione precedente, con quello scudetto “sfiorato”.
Lì si racchiude tutta la gestione di De Laurentiis: la consapevolezza di avere una squadra forte, arrivata a tanto dallo Scudetto, ma anche di una squadra profondamente segnata proprio da quella vicenda lì.
Ed ecco che viene scelto Ancelotti, un allenatore il cui blasone arriva ad oscurare tutto il lavoro (mancato) che c’era da fare per ripartire. Una squadra forte consegnatagli, ma senza alcuna programmazione, senza alcun reale piano strutturale.
Con la speranza, da parte di ADL, di affidarsi al tecnico di Reggiolo per non avere il cruccio di gestire il primo vero e proprio crocevia della sua gestione da 15 anni a questa parte.
Perché in quel momento lì era molto più difficile sostituire Sarri, rispetto a quanto lo era stato anni prima sostituire Mazzarri prima e Benitez poi.
In questo caso non è stata compiuta una scelta, ossia quella di un deciso ridimensionamento dopo quel memorabile ciclo irripetibile, o di battere il ferro e costruire una squadra fatta ad hoc per Ancelotti, con gli acquisti e la programmazione che ne comportava.
La prima opzione era troppo audace, troppo rischiosa per ciò a cui si era abituato il presidente negli ultimi due anni sarriani; mentre la seconda era semplicemente utopia, agli antipodi con la gestione ADL (basti pensare a quanto avrà sudato freddo a sentir nominare James Rodriguez).
Da lì è poi arrivato il Covid, mancati introiti Champions/vendita di pezzi pregiati. La morte del Napoli.
Non ne parliamo poi della gestione a 360 gradi del Napoli, con una pianificazione del vivaio praticamente inesistente. Da dopo Insigne in poi, il Napoli non ha mai usufruito di nessun giocatore della propria primavera (eccetto Gaetano, ma nota certo non significativa).
Ieri Cioffi è stato fatto entrare per disperazione, ma non viene mai l’idea (giustamente) di buttare nella mischia un giovane che possa essere un’alternativa concreta. Le altre squadre da questo punto di vista sono anni avanti. Veramente inutile fare esempi, sarebbero troppi, dal Milan all’Atalanta.
Ed è una carenza strutturale, di un problema centrale mai seriamente affrontato.
Perché per lui va bene così, il suo obiettivo non è vincere.
Solo che una piazza come questa ha bisogni di emozioni forti per essere attiva, per essere stimolata.
E la razionalità imprenditoriale di un presidente non tifoso non può generare tutto ciò. Non potrà mai.
Oltre a questo c'è tutta una dinamica sociale ben più profonda e che va oltre il Napoli. Ma sarebbe troppo, visto che sarete arrivati già in pochissimi fin qui.
Però, in un limbo non si può stare in eterno.
“Quando crediamo in noi stessi possiamo sperimentare la curiosità, la felicità, la sorpresa e tutte quelle emozioni che ci rendono profondamente umani.”
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Re: Una piazza che non ci crede più.
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Re: Una piazza che non ci crede più.
Mai vista in Europa una roba del genere.
E per farlo accadere a Napoli devi essere proprio stronzo.
Solo disprezzo per questo burino.
Re: Una piazza che non ci crede più.
“Napoli è stato e resta un grande amore, che ho vissuto appieno per dodici anni. Ho ancora alcune amicizie, anche con i giocatori, sebbene le mie scarse doti di comunicatore mi frenino. Quando è possibile sento De Laurentiis, dal quale ho ricevuto testimonianze di affetto vero dal primo giorno dell’addio.
- quelchepuoi
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Re: Una piazza che non ci crede più.
Testa nella sabbia. Fai bene alla fine ti capisco.
Re: Una piazza che non ci crede più.
Non è testa nella sabbia,penso siano cazzatequelchepuoi ha scritto: ↑venerdì 14 gennaio 2022, 22:26Testa nella sabbia. Fai bene alla fine ti capisco.
“Napoli è stato e resta un grande amore, che ho vissuto appieno per dodici anni. Ho ancora alcune amicizie, anche con i giocatori, sebbene le mie scarse doti di comunicatore mi frenino. Quando è possibile sento De Laurentiis, dal quale ho ricevuto testimonianze di affetto vero dal primo giorno dell’addio.
- pazzo di te
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Re: Una piazza che non ci crede più.
Purtroppo sintetizza la nostra triste realtà alla perfezione, siamo letteralmente schiavi di questo burino cafone
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Re: Una piazza che non ci crede più.
Ti ho anticipato...pazzo di te ha scritto: ↑venerdì 14 gennaio 2022, 22:29 Assurdo, stavo aprendo un topic proprio ora con quest articolo.
Purtroppo sintetizza la nostra triste realtà alla perfezione, siamo letteralmente schiavi di questo burino cafone
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Re: Una piazza che non ci crede più.
Fotografia realistica della situazione. Impossibile non riconoscere la verità e non condividere.
È esattamente così.
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Re: Una piazza che non ci crede più.
PAPPONE CACCIA IL GRANONE!!
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Re: Una piazza che non ci crede più.
Su FB che, devo essere sincero, frequentavo poco si legge sempre più di persone che criticano ADL e la sua gestione. Direi che si tratta quasi di un plebiscito. Quei pochi che lo difendono o non argomentano oppure dicono sempre le stesse cose tipo se non ci fosse stato lui saremmo falliti, che non c'e' nessuno disposto a prelevare il Napoli, che fa il massimo, oppure compratelo tu se sei più bravo e castronerie del genere.
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Re: Una piazza che non ci crede più.
Ormai mancano argomenti per difendere. Bisogna essere disinteressati o stupidi.stefano1968 ha scritto: ↑sabato 15 gennaio 2022, 0:24Su FB che, devo essere sincero, frequentavo poco si legge sempre più di persone che criticano ADL e la sua gestione. Direi che si tratta quasi di un plebiscito. Quei pochi che lo difendono o non argomentano oppure dicono sempre le stesse cose tipo se non ci fosse stato lui saremmo falliti, che non c'e' nessuno disposto a prelevare il Napoli, che fa il massimo, oppure compratelo tu se sei più bravo e castronerie del genere.
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Re: Una piazza che non ci crede più.
Si può essere anche entrambi...lestat ha scritto: ↑sabato 15 gennaio 2022, 0:53Ormai mancano argomenti per difendere. Bisogna essere disinteressati o stupidi.stefano1968 ha scritto: ↑sabato 15 gennaio 2022, 0:24Su FB che, devo essere sincero, frequentavo poco si legge sempre più di persone che criticano ADL e la sua gestione. Direi che si tratta quasi di un plebiscito. Quei pochi che lo difendono o non argomentano oppure dicono sempre le stesse cose tipo se non ci fosse stato lui saremmo falliti, che non c'e' nessuno disposto a prelevare il Napoli, che fa il massimo, oppure compratelo tu se sei più bravo e castronerie del genere.
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Re: Una piazza che non ci crede più.
infatti basta vedere in questo topic, l'unico che ha difeso il romano si è limitato a commentare che sono tutte cazzatestefano1968 ha scritto: ↑sabato 15 gennaio 2022, 0:24Su FB che, devo essere sincero, frequentavo poco si legge sempre più di persone che criticano ADL e la sua gestione. Direi che si tratta quasi di un plebiscito. Quei pochi che lo difendono o non argomentano oppure dicono sempre le stesse cose tipo se non ci fosse stato lui saremmo falliti, che non c'e' nessuno disposto a prelevare il Napoli, che fa il massimo, oppure compratelo tu se sei più bravo e castronerie del genere.
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Re: Una piazza che non ci crede più.
quelchepuoi ha scritto: ↑venerdì 14 gennaio 2022, 22:19 Il più grande fallimento del pappone.
Mai vista in Europa una roba del genere.
E per farlo accadere a Napoli devi essere proprio stronzo.
Solo disprezzo per questo burino.